L’attrice statunitense Shelley Duvall, nota per i suoi ruoli in film come Popeye (1980) di Altman e The Shining (1980) di Kubrick, è morta per complicazioni legate al diabete, pochi giorni dopo aver compiuto 75 anni.
La notizia è stata data da Dan Gilroy, suo compagno fin dal 1989. «La mia cara, dolce e meravigliosa compagna di vita ci ha lasciati», ha dichiarato Dan Gilroy a Hollywood Reporter «ha sofferto troppo ultimamente, ma ora è libera. Vola via, bella Shelley».
La carriera cinematografica di Duvall iniziò negli anni 70, quando venne scoperta dal regista Robert Altman. Nonostante non avesse alcuna esperienza in recitazione, Altman rimase colpito dalla sua fisicità particolare, i suoi grandi occhi e il suo stile naturalistico, decidendo di includerla in Anche gli uccelli uccidono (1970), una commedia nera con cui Duvall fece il suo debutto sul grande schermo. Con il passare degli anni, l’attrice divenne una delle figure più rappresentative della Nuova Hollywood, divenendo un punto fermo nei film di Altman: tra le interpretazioni più ricordate, quella in Nashville (1975) e in 3 donne (1977), film che le valse il premio come miglior attrice al festival di Cannes. Un decennio dopo, Duvall ha recitato al fianco di Robin Williams nel musical Popeye, nei panni di Olivia.«Non ci sono parole per definire la recitazione di Shelley Duvall», ha commentato la critica Pauline Kael, secondo quanto riporta il Washington Post, «la sua grazia eccentrica viene da dentro e ricorda quella di Buster Keaton».
La sua interpretazione più nota, che ha contribuito a renderla iconica nella storia del cinema, è stata quella di Wendy Torrance, la terrorizzata protagonista di The Shining, riadattamento cinematografico del romanzo best-seller di Stephen King diretto da Stanley Kubrick. L’attrice non ha mai nascosto di essere stata messa duramente alla prova durante le riprese del film, che hanno richiesto un anno per essere completate per via del perfezionismo del regista. Secondo quanto riportato da Independent, infatti, per aumentare le ostilità tra i protagonisti, Kubrick avrebbe isolato sia Nicholson che Duvall, costringendo quest’ultima a girare una scena del film per ben 127 volte. Nonostante ciò, l’attrice ha sempre smentito le voci su un presunto maltrattamento sul set, definendo il suo lavoro con Kubrick “un’esperienza di apprendimento affascinante”, riporta Forbes. Duvall si è ritirata dal cinema nel 2002, ma la sua comparsa in un talk show televisivo nel 2016 in cui affermava di soffrire di una malattia mentale ha contribuito ha riaccendere le preoccupazioni riguardanti la sua salute.
Diverse celebrità hanno voluto rendere omaggio all’attrice, riporta BBC. Tra queste, anche Stephen King.«Mi dispiace molto che Shelly Duvall sia scomparsa», ha dichiarato lo scrittore «attrice meravigliosa, talentuosa e poco utilizzata».