Un team di ricercatori italiani ha confermato l’esistenza di una cava a 250 miglia dal sito dove Buzz Aldrin e Neil Armstrong allunarono 55 anni fa. La posizione della grotta, così come le sue dimensioni, la rendono di significativa importanza in quanto consentirebbe la costruzione di una ipotetica base lunare.
Secondo quanto riporta il Guardian, la cava sarebbe accessibile dalla superficie nel Mar Tranquillitatis; i dati riportati dalle sonde lunari della NASA indicano come la grotta sia larga 45 metri e lunga almeno 80, trovandosi a 150 metri di profondità. La grotta, inoltre, si pensa possa condurre ad una rete di tunnel ed altre grotte delle quali se ne conterebbero almeno 200.
«Le grotte lunari sono rimaste un mistero per oltre 50 anni. Quindi è stato emozionante poterne finalmente dimostrare l’esistenza», ha dichiarato Lorenzo Bruzzone, dell’Università di Trento.
«Le reti di grotte lunari sono state proposte come luoghi per collocare future basi con equipaggio, poiché il soffitto di roccia della caverna è ideale per proteggere le persone e le infrastrutture dalle variazioni di temperatura della superficie lunare e per bloccare le radiazioni che colpiscono il satellite», ha affermato Katherine Joy, dell’Università di Manchester.
«Il principale vantaggio delle caverne è che rendono disponibili le principali parti strutturali di una possibile base umana senza richiedere attività di costruzione complesse», ha affermato Leonardo Carrer, primo firmatario dello studio.
Tuttavia, il progetto non è esente da problematiche; secondo quanto riporta Fox News, il professore Mahesh Anand sottolinea: «Ottenere accesso ad una profondità di 100 metri sarebbe una sfida e richiederebbe soluzioni ingegneristiche innovative per creare un habitat sostenibile».
In linea con le dichiarazioni di Mahesh, Robert Wagner, dell’Università dell’Arizona, evidenzia i problemi e i pericoli di una simile impresa: «Per entrare in quella grotta è necessario scendere 125 metri prima di raggiungere il pavimento, e il bordo è un ripido pendio di detriti dove qualsiasi movimento manderà piccole valanghe su chiunque si trovi sotto. È certamente possibile entrare e uscire, ma ci vorrà una notevole quantità di lavoro»
Gli Stati Uniti puntano a far sbarcare nuovamente un equipaggio sulla superficie lunare entro la fine del 2025, come parte di un rinnovato impegno verso le missioni umane. L’obiettivo è atterrare al Polo Sud della luna, dove si pensa che i crateri possano contenere acqua ghiacciata.