giovedì, 21 Novembre 2024
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Proteste in Bangladesh: 32 morti e la sede della TV di stato in fiamme

Non si placa la violenza a Dacca, dove gli studenti chiedono un sistema per le assunzioni nella pubblica amministrazione più meritocratico

La capitale del Bangladesh, D’acca, è stata teatro di violenti scontri tra la popolazione e le forze dell’ordine, culminati nell’incendio della sede della televisione di stato. Il bilancio delle vittime continua a salire, col governo che lotta duramente per contenere la situazione. Nella giornata del 18 luglio si son contati almeno 32 morti, tra cui un giornalista, come riporta la BBC.

Le proteste sarebbero rapidamente degenerate in scontri violenti tra studenti e poliziotti in tutto il paese. Il culmine delle tensioni si è verificato quando un gruppo di manifestanti ha preso di mira la sede della televisione di stato, BTV, nel cuore della capitale. Non è chiaro, comunque, se i lavoratori siano rimasti intrappolati tra le fiamme o se siano riusciti ad evacuare per tempo.

Come riporta il Times of India, la presidente del Bangladesh Sheikh Hasina Wazed, avrebbe duramente condannato le azioni dei manifestanti e promesso: «Chi ha istigato il conflitto e chi ha spinto il Paese verso una situazione di anarchia, verrà indagato e scoperto».

Le autorità locali hanno risposto con una dura repressione, cercando di disperdere i manifestanti con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, nonché bloccare l’accesso ad internet in tutto il paese. Tuttavia, questa risposta non ha fatto altro che intensificare la rabbia tra i giovani manifestanti, aizzandoli ancor di più contro le istituzioni.

Nello specifico, gli studenti contestano la riforma avanzata dal governo circa le modalità di assunzione nella pubblica amministrazione. La riforma prevede la creazione di quote destinate ad accertare la presenza del 30% di veterani della guerra d’indipendenza dal Pakistan o loro parenti negli impieghi pubblici.

France 24 evidenzia come la crisi sia sintomatica di un malessere più profondo all’interno del paese, dove la disoccupazione e le opportunità limitate sono alla base del malcontento dei giovani. Mubashar Hasan, un esperto del Bangladesh all’università di Oslo, sottolinea come il fulcro delle proteste sia anche dovuto alle tendenze autocratiche di Sheikh Hasina.

Le immagini delle fiamme che avvolgono la sede della TV di stato sono diventate il simbolo della disperazione e della rabbia dei giovani bangladesi. Con la tensione che rimane alta e le strade di Dacca ancora teatro di scontri, il futuro del paese appare incerto.

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