L’ex Presidente repubblicano degli Stati Uniti Donald Trump, in corsa per un secondo mandato, ha promesso ai suoi elettori nuove restrizioni sul fronte migratorio: reprimere l’immigrazione clandestina dal Messico e limitare le rotte migratorie legali.
Se rieletto alle elezioni presidenziali del 5 novembre, Trump – reduce da un tentato omicidio durante un comizio elettorale in Pennsylvania sabato 13 luglio – ha dichiarato di voler ripristinare il suo programma “remain in Mexico” del 2019. Il programma obbligava i richiedenti asilo non messicani che tentavano di entrare negli USA a rimanere in Messico fin quando le loro domande non fossero state esaminate, riferisce Reuters.
Trump ha inoltre affermato di voler restaurare la politica Title 42, abrogata solo nel 2023 dall’attuale Presidente Biden. Questa, entrata in vigore nel 2020 in epoca Covid-19 come misura di sanità pubblica, consentiva alle autorità di frontiera di espellere rapidamente i migranti provenienti dal Messico senza possibilità di presentare domanda d’asilo.
Tra le altre possibili azioni preannunciate dal tycoon nel caso di un secondo mandato, quella di imporre tariffe alla Cina e agli altri Paesi che non si adoperano per frenare il flusso di migranti irregolari verso gli Stati Uniti. «Abbiamo un enorme potere economico», aveva dichiarato Trump a giugno, minacciando una ritorsione in termini economici nei confronti degli Stati non collaborativi.
Gli Stati Uniti sono una meta ambita dai migranti provenienti soprattutto dall’America Latina, molti dei quali si affidano a facilitatori dell’immigrazione clandestina per oltrepassare il confine meridionale tra Messico e USA. I facilitatori – i cosiddetti coyotes – si fanno pagare migliaia di dollari per trasportare i migranti e “assicurare” loro l’attraversamento del confine.
Spesso percorrono rotte giù battute, quelle di altri traffici illeciti, quali il traffico di armi da fuoco e quello di stupefacenti, soprattutto di fentanyl. È proprio sulla minaccia posta da quest’ultimo che Trump ha fatto leva per sostenere l’introduzione di misure emergenziali per la sicurezza del Paese.
Nel 2023, con l’aumento esponenziale degli ingressi irregolari, sono aumentati anche i rimpatri disposti dal Presidente Biden, superando il numero di quelli ordinati durante i quattro anni di presidenza Trump, secondo quanto evidenziato da un report di Reuters.
Trump ha criticato la linea politica di Biden, incluso il suo ultimissimo asylum ban. Questo prevede la deportazione immediata dei migranti irregolari senza possibilità di avanzare domanda di asilo, fin quando il numero di arresti alla frontiera non scenderà al di sotto dei 1.500 al giorno per una settimana.
Nei mesi scorsi, l’ex Presidente repubblicano aveva manifestato l’intenzione di introdurre divieti di ingresso per alcune categorie di persone sulla base della loro nazionalità e ideologia. Tra queste, le persone provenienti da Striscia di Gaza, Libia, Siria, Yemen e “qualsiasi altro luogo che minaccia la nostra sicurezza”, nonché comunisti, marxisti e socialisti.
A meno di quattro mesi dalla nomina del nuovo Presidente degli Stati Uniti, il clima pre-elezioni è quanto mai teso. Mentre Trump accende le piazze con una retorica “da sopravvissuto”, la convinzione di Biden – risultato positivo al Covid-19 – di voler continuare la corsa alla presidenza non sembra più così inamovibile.