La Siria affronta un periodo di transizione incerto dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, con il leader ribelle Ahmed al-Sharaa che ha dichiarato che potrebbero essere necessari fino a quattro anni per organizzare nuove elezioni.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, al-Sharaa ha spiegato che il processo includerà la redazione di una nuova costituzione, un censimento della popolazione e altre riforme fondamentali per garantire elezioni trasparenti. Il leader ribelle ha sottolineato che “servirà almeno un anno” per vedere miglioramenti tangibili nei servizi pubblici e nelle infrastrutture dopo anni di conflitto.
La BBC riferisce che il nuovo leader ha annunciato l’intenzione di sciogliere il proprio gruppo ribelle Hayat Tahrir al-Sham (HTS) durante una Conferenza per il Dialogo Nazionale, prevista nei prossimi tre mesi. L’incontro vedrà la partecipazione di leader dell’opposizione, rappresentanti etnici e religiosi, e funzionari dell’ex regime di Assad. Questa mossa mira a promuovere un consenso nazionale necessario per la stabilizzazione del paese.
Nel frattempo, El País evidenzia il tono conciliatorio del leader verso potenze regionali come la Russia e l’Iran. Nonostante il loro precedente sostegno al regime di Assad, il leader ribelle ha affermato che esistono interessi comuni con Mosca e ha auspicato un dialogo costruttivo per il futuro della Siria.
La transizione politica delineata da al-Sharaa segna un importante passo verso la normalizzazione della situazione nel Paese Mediorientale, ma il lungo processo elettorale e le sfide logistiche ed economiche sollevano interrogativi sulla stabilità del paese nei prossimi anni.