venerdì, 21 Febbraio 2025
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Spagna: proteste per la gestione dell’emergenza DANA

Tre mesi dopo il passaggio dell’alluvione che ha colpito le provincie di Valencia e Albacete, i cittadini della comunità valenciana continuano a chiedere onestà al governo e le dimissioni del presidente Mazón

Migliaia di persone sono scese in piazza lo scorso sabato 1° febbraio per protestare nuovamente contro la gestione della catastrofe climatica DANA (acronimo che in italiano si può tradurre come “depressione isolata ad alta quota”), che ha colpito la Comunità Valenciana nell’ottobre 2024.

Secondo El País hanno preso parte alla manifestazione circa 25.000 persone, un numero inferiore rispetto ai raduni precedenti, a causa delle condizioni climatiche avverse. I manifestanti hanno rinnovato la richiesta di giustizia per le 244 vittime e i 3 dispersi causati dalla DANA, esigendo esplicitamente le dimissioni di Carlos Mazón. Il presidente della Generalitat di Valencia è ritenuto uno dei principali responsabili della gestione negligente dell’alluvione che ha colpito diversi comuni. Nonostante sia sotto accusa per questo motivo, Mazón ha mantenuto la sua carica come presidente generando grande indignazione nella maggior parte della cittadinanza.

Una donna proveniente da Algemesí, uno tra i comuni più danneggiati, afferma: «Ad Algemesí c’è ancora molto fango, ci sono ancora i pompieri e l’esercito che lavorano per riportare tutto alla normalità». E aggiunge: «Chiediamo a Mazón di dimettersi per dignità, e di chiedere scusa».

Numerosi studenti e insegnanti delle scuole colpite dalla DANA hanno denunciato le criticità del sistema scolastico emerse dopo le inondazioni: alcune strutture scolastiche sono completamente inutilizzabili e gli alunni sono costretti a seguire le lezioni a distanza; su numerosi striscioni spicca la frase “Sense pati, no hi ha infància” tradotto “Senza cortile, non c’è infanzia” a sottolineare come tutti gli aspetti della vita quotidiana nei comuni colpiti siano stati gravemente compromessi.

I manifestanti, oltre a esigere le dimissioni di Mazón, hanno protestato anche contro il governo, ribadendo l’importanza di assumersi le proprie responsabilità, agire con trasparenza e fornire un aiuto concreto ai cittadini colpiti dalla calamità naturale. L’aiuto e l’appoggio del governo, di fatto, non sembra essere sufficiente anche perché, a tre mesi dalla tragedia, sono ancora molti i comuni che riversano in condizioni critiche: numerose abitazioni risultano inagibili, grandi disagi e difficoltà si registrano nei settori dei trasporti, della sanità e della cultura, come sottolinea El Mundo.

Federica Pisani
Studentessa del Corso di Laurea in Interpretariato e Traduzione
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