venerdì, 21 Febbraio 2025
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Tensioni commerciali USA-Messico: dazi, trattative e scenari futuri

Sono in corso le negoziazioni per rivedere i dazi imposti dal presidente Donald Trump al Messico. L’amministrazione messicana sta valutando diverse contromisure per affrontare quella che potrebbe trasformarsi in una vera e propria guerra commerciale. L’inasprimento delle tariffe doganali minaccia interi settori produttivi, mettendo a rischio l’economia del Paese e i rapporti con gli Stati Uniti.

La nuova politica commerciale degli Stati Uniti basata sull’imposizione di dazi (tasse applicate su merci importate da Paesi stranieri) sta portando ai primi scontri tra diversi Paesi dell’Asia, dell’Europa e dello stesso Nord America. Il Messico, uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti, è al centro di un’intensa negoziazione con la Casa Bianca dopo l’imposizione di dazi del 25% su tutti i prodotti messicani. La misura, voluta dall’amministrazione statunitense, ha scatenato reazioni accese e spinto i due Paesi a cercare un compromesso per scongiurare ripercussioni economiche significative su entrambe le economie. Il governo di Claudia Sheinbaum esprime forte preoccupazione per la tassazione sulle esportazioni di materiali strategici come acciaio e alluminio. L’industria siderurgica, pilastro dell’economia messicana, risulta gravemente colpita dalle misure adottate dall’amministrazione Trump, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e la competitività del settore a livello internazionale.

Come riportato da El País, la presidente è aperta al dialogo e prima di procedere con qualsiasi tipo di ritorsione economica nei confronti del governo americano preferisce esaurire tutti i tentativi necessari sul piano diplomatico.  

Il presidente Donald Trump minaccia di rivedere il T-MEC (Trattato tra Messico, Stati Uniti e Canada), che regola i rapporti commerciali tra i Paesi nordamericani. L’ipotesi di una modifica o di un ridimensionamento dell’accordo potrebbe avere conseguenze significative sulle dinamiche economiche della regione, aumentando l’incertezza per imprese e investitori. La presidente Sheinbaum è pronta a difendere l’integrità del trattato e ha dichiarato: «L’unica forma di competere con l’Asia è rimanere uniti». La rinegoziazione dell’accordo è prevista per il 2026, ma la situazione si sta già evolvendo rapidamente a causa delle imposizioni del governo statunitense.

Se la mediazione diplomatica dovesse fallire, il governo messicano sarà costretto a reagire con misure alternative, già delineate nel cosiddetto “Piano Messico”. Si tratta di una strategia economica per sostenere il Paese e prevede un aumento della produzione per le industrie: l’intento dell’amministrazione messicana è quello di aumentare la produzione del 15% in diversi settori, tra cui quello chimico, elettronico e automobilistico. L’esperto di commercio internazionale Adolfo Laborde, aggiunge che è necessaria la nascita di un nuovo nazionalismo economico con l’obiettivo di rafforzare le capacità produttive e ridefinire le relazioni economiche del Messico con gli altri Paesi. Tuttavia, non tutti gli imprenditori messicani sembrano sostenere il governo: Fernando Turner, imprenditore nel settore automobilistico, appare sfiduciato, affermando che il Messico non ha una vera e propria strategia per fronteggiare questa guerra commerciale contro gli USA, sottolinea ancora El País.

Le prossime settimane saranno cruciali per definire il nuovo assetto economico e commerciale del Nord America. Donald Trump non sembra disposto a retrocedere o a scendere facilmente a compromessi, ma si spera ancora in un dialogo diplomatico che possa portare al raggiungimento di un accordo vantaggioso per entrambi i Paesi.

Federica Pisani
Studentessa del Corso di Laurea in Interpretariato e Traduzione
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