mercoledì, 2 Aprile 2025
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Serbia, proteste di massa e stretta sulla stampa: allarme per la libertà dei media

Gli editori di testate indipendenti denunciano pressioni e aggressioni, mentre il paese è scosso da proteste contro il presidente Vučić

La libertà di stampa in Serbia sta affrontando un «punto di svolta pericoloso», avverte un gruppo di editori delle testate indipendenti, come riportato dal The Guardian. «I giornalisti di United Media denunciano persecuzioni, attacchi fisici e campagne diffamatorie» a causa delle loro inchieste in un paese travolto dalle proteste contro il presidente Aleksandar Vučić.

Questa presa di posizione arriva dopo quella che è la più grande manifestazione anticorruzione nella storia della Serbia, svoltasi a Belgrado. La protesta ha segnato la conclusione di quattro mesi di manifestazioni contro il governo, innescate dal crollo di una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso novembre, che ha causato la morte di 16 persone. Questo incidente ha alimentato una reazione politica contro l’amministrazione filo-russa di Vučić. Più di 500.000 persone hanno firmato una petizione online chiedendo un’indagine indipendente sull’uso di una presunta «arma sonica» durante la manifestazione del 15 marzo.

Vučić, che da 12 anni è al potere, è sotto crescente pressione e sta affrontando il momento più critico della sua carriera politica.  Le proteste, che sono diventate più frequenti dal novembre scorso, non si sono fermate. Il presidente ha cercato di scaricare la responsabilità attraverso una serie di dimissioni legate al crollo della stazione.

Il governo serbo, guidato dal primo ministro Miloš Vučević, ha formalmente rassegnato le dimissioni la scorsa settimana con l’ipotesi di elezioni a giugno.

Gli editori di United media hanno denunciato che l’attacco del governo ai media indipendenti si sta intensificando. Secondo loro, i giornalisti vengono accusati di essere “agenti stranieri e nemici dello Stato”. «I nostri giornalisti sono stati aggrediti, esclusi dagli eventi ufficiali e vittime di disinformazione», affermano nella lettera aperta.

Secondo l’ONG Reporters Without Borders (RSF),  la pressione sui media in Serbia ha raggiunto livelli senza precedenti dagli anni ’90. La Serbia si è classificata al 98º posto su 180 paesi nell’indice mondiale della libertà di stampa, il punteggio più basso in 22 anni.

Dopo il disastro della stazione, sono aumentati gli attacchi ai giornalisti. La giornalista di N1, Žaklina Tatalović, è stata molestata durante la protesta, subendo insulti sessisti e violenza fisica. Anche altre giornaliste, tra cui Jelena Mirković e Ksenija Pavkov, sono state aggredite mentre documentavano le manifestazioni.

Nella loro lettera, gli editori denunciano anche l’uso di pressioni finanziarie e normative per isolare i media indipendenti. «Con le manifestazioni studentesche in corso e un governo dimissionario, siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri giornalisti», concludono.

Carla Cuarto
Studentessa del Corso di Laurea in Economia e Management
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