A poco più di due mesi dal “Liberation Day”, come Trump aveva definito la giornata del 2 aprile 2025, segnata dall’inizio dei dazi sulle importazioni statunitensi, arriva un primo accordo commerciale con il Regno Unito. Il Paese, come altri, era stato colpito da dazi al 25% sull’esportazione di veicoli, acciaio e alluminio. Con questo accordo si abbassano le tariffe sulle auto al 10%, mentre quelle sui metalli sono ridotte a zero. «Una giornata storica» la definisce il Primo Ministro britannico Starmer, sottolineando come il patto sia la testimonianza delle promesse mantenute da parte del suo governo: «questo accordo storico risponde alle esigenze dell’economia britannica e dei lavoratori britannici, proteggendo migliaia di posti di lavoro in settori chiave come quello della produzione di auto e di acciaio» afferma alla BBC, aggiungendo che la Gran Bretagna «non ha un alleato migliore degli Stati Uniti».
Inoltre, Donald Trump specifica che l’accordo, che definisce massimizzato, assicurerà la filiera farmaceutica. Sono in molti però a far notare quanto il Presidente stia sopravvalutando le nuove misure, come afferma Al Jazeera.
Se si fa qualche passo indietro nel tempo, infatti, è possibile comprovare che le tariffe al 10% sulle auto britanniche sono comunque maggiori di quelle al 2,5% imposte durante l’amministrazione Biden.
Guardando invece ai benefici, secondo la Casa Bianca i ricavi per gli Stati Uniti ammonterebbero a circa 6 miliadi e creerebbero 5 miliardi da investire in nuove opportunità di esportazioni.
Il tutto andrà a favore dei produttori di macchine di lusso come Land Rover e Rolls Royce, ma potrebbe limitarne la crescita negli anni a venire, in quanto i ricavi delle esportazioni raggiungerebbero a malapena quelli dello scorso anno. L’accordo prevede infatti un 10% di tariffe su 100.000 auto esportate all’anno, in media la Gran Bretagna ne esporta 120.000 negli States. Tuttavia, Jonathan Reynolds, Segretario di Stato britannico per gli Affari Economici, afferma che «senza questa svolta migliaia di lavoratori delle case automobilistiche avrebbero perso il loro impiego. La situazione era molto grave».
Intanto, secondo l’inquilino della Casa Bianca, «l’accordo diventerà più grande», mentre le prossime due settimane potrebbero essere decisive per la sottoscrizione di altri accordi commerciali, tra cui uno con la Corea del Sud e uno con il Giappone.