Il governo australiano ha annunciato un investimento di 190 milioni di dollari australiani (110 milioni di euro al cambio attuale) nel primo Fondo di modernizzazione del riciclo della nazione con lo scopo di trasformare l’industria dei rifiuti e del riciclo del Paese. Inoltre, il Primo Ministro Scott Morrison ha parlato dei molteplici obiettivi del Fondo: creare fino a 10 mila posti di lavoro, incoraggiare i cittadini a prestare maggiore attenzione al riciclaggio dei rifiuti e aumentare la capacità produttiva in questo settore. «Ci assumiamo la responsabilità dei nostri rifiuti e smettiamo di inviarli all’estero, rendendoli il problema di qualcun altro. Il riciclaggio sarà una delle priorità nazionali che aiuterà sia i consumatori che i produttori a vedere i vantaggi dell’utilizzo di materiali riciclati. Il nuovo marchio ci permetterà di sentirci orgogliosi di fare la cosa giusta per proteggere l’ambiente, favorendo inoltre la creazione di nuovi posti di lavoro e reinserendo materiali di lavoro nell’economia», ha dichiarato Morrison ai giornalisti a Sydney. Entro la metà del 2024, l’industria australiana di riciclo dovrà gestire 650 mila tonnellate di rifiuti in più di plastica, carta, vetro e pneumatici.
Secondo il Ministro dell’Ambiente australiano Sussan Ley, l’espansione del Programma Nazionale di riciclaggio dei rifiuti non solo ridurrà l’impatto negativo sulla natura, ma darà anche un impulso allo sviluppo dell’economia del Paese e «aiuterà gli australiani a notare i prodotti realizzati con materiali riciclati e a fare scelte a loro favore, oltre a sensibilizzare la popolazione su come il riciclaggio dei rifiuti influisce sulle nostre vite». I vantaggi per l’ambiente sono ben noti: meno discariche, meno plastica nell’oceano, minore necessità di materiali vergini e minori emissioni di carbonio. L’obiettivo è di eliminare dalla discarica più di 10 milioni di tonnellate di rifiuti, riducendo il 10% di rifiuti totali prodotti a persona e riducendo il tasso di recupero totale delle risorse dell’Australia dal 58% nel 2017 all’80% entro il 2030. Inoltre, il governo intende investire 1,5 miliardi di dollari australiani (circa un miliardo di euro) nell’estrazione e lavorazione dei minerali, la produzione di alimenti e di prodotti medicali, riciclaggio e recupero di energia da fonti sostenibili, difesa e tecnologia spaziale.
Secondo l’Australian Statistics Bureau, ogni anno il Paese produce circa 75,8 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, il loro volume è in crescita del 10% l’anno. Più della metà dei rifiuti (circa 38,5 milioni di tonnellate) viene inviato per il riciclaggio, ma almeno il 27% (20,5 milioni di tonnellate) rimane nelle discariche. Il volume medio annuo di rifiuti per ogni abitante del Paese oggi è di 540 kg.
Infine, l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro verdi viene riconosciuto in tutto il mondo: l’UE, per esempio, ha posto il suo Green New Deal al centro dei suoi piani di ripresa dallo shock economico del COVID-19.