Sabato 5 aprile, decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza in tutta la Spagna per protestare contro l’aumento vertiginoso dei canoni di locazione e la mancanza di politiche abitative efficaci. Secondo quanto riportato dal The Guardian, la manifestazione principale si è tenuta a Madrid, con la partecipazione di circa 150.000 persone, secondo gli organizzatori, mentre cortei più piccoli hanno avuto luogo in circa 40 città, da Malaga a Vigo.
Il messaggio è stato chiaro: «Basta con la speculazione immobiliare», «I proprietari sono colpevoli, il governo è responsabile». Il malcontento riguarda un’intera generazione esclusa dal diritto alla cassa, con casi limite come quello di Blanca Castro, raccontato dalla BBC, che vive vicino alla stazione di Atocha in un appartamento fatiscente dove il soffitto della cucina rischia di crollare. Costretta a cucinare in salotto con un fornello da campeggio, Blanca accusa i proprietari dello stabile di non voler rinnovare i contratti per riconvertire gli appartamenti in affitti brevi o turistici, molto più redditizi.
Come evidenzia la BBC, la situazione abitativa in Spagna è diventata una vera e propria emergenza sociale: secondo la Banca Centrale Spagnola, quasi il 40% delle famiglie in affitto spende oltre il 40% del proprio reddito mensile per l’alloggio. I salari, negli ultimi dieci anni, sono aumentati di circa il 20%, mentre gli affitti sono raddoppiati nello stesso periodo. A Barcellona, il numero di famiglie in competizione per ogni appartamento è passato da 9 a 54. Nel frattempo, secondo l’agenzia catalana per la casa, i canoni sono cresciuti del 70% in dieci anni, contro un aumento dei salari del solo 17,5%.
La situazione ha portato il primo ministro Pedro Sánchez a dichiarare che il mercato immobiliare spagnolo «deve tornare a rispondere a logiche di giustizia sociale, non alle regole della giungla»: Il governo ha introdotto un tetto ai canoni nelle cosiddette «zone ad alta tensione abitativa», come in Catalogna, dove i prezzi sono calati del 3,7% in un anno. Tuttavia, alcuni esperti temono che queste misure stiano spaventando i proprietari, portandoli a ritirare immobili dal mercato.
Secondo Gonzalo Álvarez del Sindacato degli Inquillini, la causa del problema non è solo la scarsità di abitazioni, ma il fatto che «le case esistenti siano sequestrate da fondi speculativi e appartamenti turistici». Per questo, il sindacato sta minacciando uno sciopero degli affitti a livello nazionale.