sabato, 10 Maggio 2025
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Cina: taglio dei tassi e iniezione di liquidità per contrastare la guerra commerciale con gli Stati Uniti

Pechino allenta la politica monetaria per sostenere crescita e stabilità, liberando liquidità e abbassando i tassi in risposta alle pressioni della guerra commerciale.

In un contesto economico globale sempre più incerto e con tensioni commerciali in aumento, la Cina ha annunciato una serie di misure monetarie espansive per rilanciare la propria economia interna, a riportare la notizia è il The Guardian. La Banca Popolare Cinese (PBOC) ha comunicato il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di mezzo punto percentuale, una decisione che libererà circa 1.000 miliardi di yuan nel sistema bancario. Contestualmente, verrà ridotto di 0,1 punti percentuali anche un tasso di interesse chiave, con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito e stimolare consumi e investimenti.

Il governatore della PBOC, Pan Gongsheng, ha definito queste misure “moderatamente espansive”, sottolineando come siano una risposta alla frammentazione economica globale e alla crescente incertezza legata ai conflitti commerciali, in particolare con gli Stati Uniti. Attualmente, l’economia cinese è fortemente penalizzata dai dazi americani del 145% su diverse categorie di esportazioni. Sebbene la dipendenza dalla domanda estera sia calata negli ultimi anni, le esportazioni rappresentano ancora il 15% del PIL del paese.

La tensione con gli Stati Uniti è alta. Dopo l’insediamento di Donald Trump, Washington ha adottato una politica commerciale aggressiva, imponendo tariffe significative contro la Cina, che ha risposto con dazi del 125% su numerosi prodotti statunitensi. Un incontro ad alto livello tra il vicepremier cinese He Lifeng e il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent, previsto a margine di un evento in Svizzera, potrebbe rappresentare un primo passo verso la de-escalation, ma un accordo concreto appare ancora lontano.

Nel frattempo, Pechino guarda anche al mercato interno per rilanciare l’economia. Particolare attenzione è rivolta al settore immobiliare, che ha storicamente rappresentato fino a un terzo del PIL cinese. Per stabilizzarlo, il governo ha deciso di ridurre al 2,6% il tasso d’interesse sui mutui erogati attraverso un programma pubblico di acquisto di case. La mossa mira a contrastare il calo delle vendite e degli investimenti nel settore, che nel primo trimestre del 2025 hanno registrato rispettivamente un -3% e un -10%.

Secondo Capital Economics, l’effetto delle misure sarà “positivo ma modesto”, poiché il principale freno alla ripresa resta la domanda debole piuttosto che la disponibilità di credito. Tuttavia, il taglio dei tassi rappresenta un chiaro segnale della volontà di Pechino di non restare passiva di fronte alle pressioni esterne e interne.

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