sabato, 10 Maggio 2025
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“Choose Europe for Science”: l’UE sfida gli Stati Uniti sulla libertà accademica

Macron e von der Leyen annunciano un piano da 500 milioni per attirare ricercatori colpiti dalle politiche restrittive negli Stati Uniti

Il 6 maggio 2025, durante il convegno Choose Europe for Science tenutosi all’Università della Sorbona, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente francese Emmanuel Macron hanno presentato un piano triennale da 500 milioni di euro volto ad attrarre in Europa scienziati e ricercatori internazionali, in particolare provenienti dagli Stati Uniti.

Secondo quanto riportato da France24, gli accademici americani denunciano un clima ostile, segnato da tagli ai fondi federali, pressioni politiche e restrizioni legate alle manifestazioni pro-palestinesi nelle università. In risposta, Bruxelles e Parigi propongono l’Europa come un rifugio per la libertà accademica, mettendo la scienza al centro del rilancio democratico. Hanno inoltre sollecitato gli Stati membri a destinare almeno il 3 per cento del PIL alla ricerca entro il 2030.

Macron ha lanciato un appello alla comunità scientifica internazionale invitandola a trasferirsi nel continente europeo, ribadendo la necessità di respingere ogni “diktat” politico sull’autonomia della ricerca. «Anche delle vite sono a rischio», ha affermato. «È il progresso della nostra umanità che viene messo in discussione. È un imperativo morale e umano», come scrive Euronews.

Tra le prime risposte concrete, l’Università Aix-Marseille ha avviato il programma Safe Space for Science, che ha già raccolto oltre 120 domande, anche da ricercatori affiliati a NASA e Stanford. Il CNRS ha attivato una rete di supporto per accademici a rischio, mentre iniziative analoghe sono in fase di sviluppo in Germania e Regno Unito, con incentivi economici e agevolazioni logistiche, come segnalato da Al Jazeera.

Tuttavia, non mancano ostacoli strutturali: i livelli di investimento europeo nella ricerca sono inferiori rispetto a quelli statunitensi, le retribuzioni accademiche più basse e persistono ostacoli burocratici e linguistici.

Nonostante queste difficoltà, Macron ha ribadito l’impegno dell’Europa a diventare «un faro di libertà intellettuale», in un momento in cui il mondo accademico americano si confronta con restrizioni crescenti.

Alessia Gjuzi
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale all'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT)
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