Le relazioni tra India e Pakistan, storicamente fragili, hanno raggiunto un nuovo livello di tensione nelle ultime settimane, avvicinandosi pericolosamente a un conflitto armato. A riportare la notizia è il The Guardian. L’ultimo episodio che ha infiammato il confronto tra i due Paesi è legato a un attacco terroristico avvenuto lo scorso aprile nel Kashmir amministrato dall’India, che ha causato la morte di 26 persone. L’India ha immediatamente accusato gruppi terroristici sostenuti dal Pakistan di essere i responsabili dell’attentato, rispondendo con attacchi missilistici mirati oltreconfine.
In risposta, il Pakistan ha lanciato missili contro obiettivi militari indiani, portando i due Paesi, entrambi dotati di armi nucleari, pericolosamente vicini a una guerra. Solo il cessate il fuoco dichiarato il 10 maggio ha temporaneamente placato gli animi. Tuttavia, le dichiarazioni che ne sono seguite non fanno presagire un miglioramento: il governo indiano ha annunciato che qualsiasi futuro attacco terroristico sul proprio territorio sarà considerato un atto di guerra.
In un clima già così teso, sono arrivate nuove e gravi accuse da parte del Pakistan. Il primo ministro Shehbaz Sharif e altri esponenti del governo hanno puntato il dito contro l’India, accusandola di sostenere gruppi terroristici attivi in Pakistan per destabilizzare il Paese. In particolare, si fa riferimento all’attacco contro uno scuolabus, attribuito a gruppi “sotto il patrocinio indiano”, e all’azione di gruppi separatisti come l’Esercito di Liberazione del Belucistan e dei talebani pakistani, entrambi ritenuti da Islamabad strumenti della strategia indiana.
L’India ha prontamente respinto le accuse, definendole “infondante” e ribadendo il proprio impegno contro il terrorismo. Il Ministero degli Esteri indiano ha negato ogni coinvolgimento nei disordini interni del Pakistan, accusando a sua volta Islamabad di alimentare il terrorismo transfrontaliero.
Il conflitto si consuma dunque non solo sul terreno, ma anche sul piano diplomatico e mediatico, con accuse incrociate che rischiano di far degenerare nuovamente la situazione. Il Belucistan e il Khyber Pakhtunkhwa restano i teatri principali di questa guerra asimmetrica, dove attori non statali e gruppi armati complicano ulteriormente il quadro già instabile.
Con un passato segnato da tre guerre e numerose crisi, la spirale di violenza e sospetti tra India e Pakistan desta preoccupazione a livello internazionale. Un ritorno al dialogo appare quanto mai necessario, ma al momento lontano.