sabato, 24 Maggio 2025
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Procreazione assistita e doppia maternità: la Corte si pronuncia sulla genitorialità

La Corte Costituzionale conferma il divieto di PMA per le donne single ma apre alla doppia maternità per le coppie omosessuali

Con due pronunce in materia di diritti civili e modelli familiari, il 22 maggio 2025 la Corte Costituzionale ha confermato il divieto di accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) per le donne single, ma ha aperto al riconoscimento di entrambe le madri nelle coppie omogenitoriali.

Nel primo caso, la Consulta ha respinto il ricorso di donne single che ritenevano incostituzionale la normativa, sostenendo che violasse i loro diritti fondamentali. Pur ribadendo il divieto, la Corte ha sollecitato il Parlamento a considerare un’eventuale revisione della legge, come riportato dal Financial Times.

Dall’altro lato, la Corte ha compiuto un passo in avanti riconoscendo il diritto alla doppia maternità per le coppie omosessuali che hanno effettuato la PMA all’estero con consenso reciproco. Finora, solo la madre biologica veniva riconosciuta legalmente, obbligando la partner a ricorrere alla giustizia per ottenere lo status genitoriale. La nuova pronuncia stabilisce che entrambe devono essere registrate come madri all’anagrafe, in tutela del superiore interesse del minore.

Queste decisioni evidenziano la tensione tra una visione tradizionale della famiglia e modelli più inclusivi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribadisce il principio secondo cui «ogni bambino ha diritto a un padre e a una madre», in linea con la posizione del governo, che ha inoltre introdotto sanzioni penali per la maternità surrogata anche effettuata all’estero, come scrive The Washington Post.

A livello europeo, l’Italia resta indietro. Paesi come Francia, Spagna, Regno Unito e Danimarca permettono da tempo l’accesso alla PMA a persone single e coppie dello stesso sesso. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ripetutamente sollecitato l’Italia ad allinearsi agli standard internazionali, ma le riforme restano ostacolate da forti resistenze politiche.

Le due sentenze della Corte segnano una fase di transizione: il potere giudiziario apre spiragli al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, mentre il legislatore continua a mantenere un’impostazione restrittiva. Spetta ora alla politica il compito di adeguare la legge a una realtà familiare in continua evoluzione.

Alessia Gjuzi
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale all'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT)
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