In seguito alla conversazione di 90 minuti avvenuta lo scorso 3 marzo tra il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo russo Vladimir Putin, è stato possibile confermare la fermezza del Cremlino nel portare avanti il piano d’azione in atto dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
Macron, in procinto di annunciare la sua ricandidatura alla presidenza francese, ha svolto questa conversazione voluta dal presidente Putin, confermando il suo impegno diplomatico nelle trattative per la pace, e con l’ulteriore intento, come affermato dall’agenzia Tass, di agevolare l’evacuazione dei cittadini stranieri ancora bloccati in Ucraina.
A confermare la linea d’azione del Cremlino giunge la notizia di pesanti bombardamenti in corso a Mariupol, città chiave dell’assedio russo che nelle scorse ore ha subito ingenti danni agli impianti di teleriscaldamento, alle centrali elettriche e alle antenne telefoniche, isolando completamente la città e tutti i suoi abitanti.
Sulla stessa scia si colloca inoltre l’attacco russo alla centrale nucleare Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale, che desta preoccupazioni riguardo alla possibile dispersione di pulviscolo radioattivo causato dai bombardamenti, sebbene i reattori non siano stati colpiti.
Giustificata quindi, l’affermazione del presidente Macron al termine del colloquio col presidente Putin: «il peggio deve ancora venire».
Continuano pertanto i tentativi di dialogo con il Cremlino per evitare un ulteriore peggioramento della situazione, sia dal punto di vista umanitario, che diplomatico, in un quadro già complesso nel suo insieme.