Tutto è cominciato a seguito di un’email da parte dell’Università Bicocca di Milano.
Nella comunicazione si rendeva noto che il corso monografico dello scrittore, traduttore e docente Paolo Nori su Dostoevskij, previsto per il 20 marzo intitolato “La grande Russia portatile. Viaggio sentimentale nel paese degli zar, dei soviet, dei nuovi ricchi e nella più bella letteratura del mondo”, sarebbe stato rimandato.
Lo scopo del rinvio, come riportato da Rainews, sarebbe quello di «evitare qualsiasi forma di polemica soprattutto interna, in questo momento di forte tensione».
Dopo aver ricevuto la comunicazione da parte dell’Università, lo scrittore ha espresso il suo disappunto in un video pubblicato su Instagram, in cui dichiara che «Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto».
Come riporta Rainews, nel leggere la comunicazione dell’Università, Nori si dichiara afflitto per ciò che sta accadendo in Ucraina.
Il suo sfogo viene condiviso da centinaia di utenti, e, sempre secondo Rainews, lo sdegno e l’incredulità di fronte ad una notizia di questa portata ha provocato l’intervento del sindaco della città di Milano e di Matteo Renzi, che ha annunciato «un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa».
Il sindaco della città annuncia di aver sentito telefonicamente la rettrice, Giovanna Iannantuoni. Secondo le sue parole si sarebbe trattato di un “fraintendimento”, in quanto il corso non era stato cancellato, ma soltanto rimandato.
«Bene che l’Università Milano-Bicocca abbia rivisto la propria decisione, Dostoevskij è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento. Il Ministero dell’Università e della Ricerca promuove il fondamentale ruolo delle università come luogo di confronto e di crescita comune».