venerdì, 22 Novembre 2024
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La terza settimana di invasione in Ucraina

"L'operazione militare speciale" in Ucraina prosegue tra attacchi notturni, civili in fuga dal Paese e incontri diplomatici

Alla terza settimana di invasione da parte della Russia, restano contesi i principali centri urbani, con Kharkiv, seconda città per grandezza dell’Ucraina, definita un “punto caldo”. 

Oleksii Reznikov, Ministro della Difesa ucraino dichiara, come riporta la BBC, che «le forze russe hanno ucciso più civili che soldati nelle due settimane dall’inizio dell’invasione».

A seguito degli attacchi nella giornata dell’11 marzo, secondo quanto dichiarato dalle autorità locali, la città di Chernihiv ha perso la fornitura di acqua. 

«Durante gli attacchi notturni la città ha perso la sua rete idrica, non c’è la possibilità di essere seppelliti in tombe private, a causa degli alti numeri di decessi. Non c’è acqua, elettricità e riscaldamento», hanno dichiarato gli abitanti della città ai microfoni della BBC.

A Kiev, molti residenti hanno scelto di fuggire ad ovest nel tentativo di raggiungere un luogo più sicuro. Altri cercano riparo dagli attacchi nelle stazioni metropolitane. I supermercati stanno terminando le scorte alimentari, le forze russe tentano di circondare la capitale per bloccarla. 

Michail Podoljak, consigliere presidenziale ucraino, in un suo post su Twitter scrive che «Le città più grandi dell’Ucraina stanno vivendo attacchi devastanti.»

Raffiche di colpi sono state avvertite la mattina dell’11 marzo, a Lutsk, a Dnipro e a Ivano-Frankivsk. 

La Russia annuncia di aver preso la città strategica di Volnovakha, a nord del porto di Mariupol.

A Mariupol, intanto, le autorità dichiarano che è difficile trovare cibo ed acqua, i civili ricorrono alla neve che si scioglie per bere. La città è circondata, e le famiglie non riescono a raggiungere i loro cari. 

Come riportato da The Moscow Times, la situazione nella città è “apocalittica”, con più di 1.200 civili uccisi in 10 giorni di attacchi.

A Bucha, una piccola cittadina vicino Mariupol, come riportato dalla BBC, la situazione è simile. I bombardamenti sono stati implacabili, i civili sono stati costretti a nascondersi negli scantinati. 

Dall’inizio dell’invasione, le due controparti hanno svolto diversi colloqui diplomatici, ultimo quello tenutosi in Turchia tra i ministri degli affari esteri Dmytro Kuleba e Sergeij Lavrov, che non hanno tuttavia portato ad alcun accordo sostanziale.
Lavrov continua a chiedere il disarmo e la scelta di una posizione neutrale all’Ucraina e, secondo le parole di Kuleba, sarebbe qualcosa di molto simile ad una “resa”. 

Elena Panniello
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione (LM94)
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