Almeno altri quattro razzi sono stati lanciati nella notte dalla Striscia di Gaza verso Israele, è la seconda volta in una settimana, dopo le violenze della Spianata delle moschee. Mercoledì 20 aprile, la polizia di occupazione israeliana ha fatto irruzione nella santa moschea di Al Aqsa e ha permesso ai coloni di assaltare il Monte del Tempio. Decine di detenuti sono stati feriti dall’aggressione e sono stati registrati casi di asfissia e ferite da arma da fuoco.
Le forze di occupazione hanno inoltre assalito e circondato le donne nei cortili delle moschee di Al Aqsa all’interno della moschea di Qabat Al-Sakhr, costringendo anche i fedeli musulmani ad evacuare completamente le piazza prima di iniziare facilitando l’incursione dei coloni attraverso gruppi di decine di persone.
I media palestinesi hanno riferito che le forze di occupazione hanno sparato bombe a gas e proiettili di gomma per rimuovere i fedeli dalla cappella questa mattina. Hanno arrestato sette giovani sospettati di essere coinvolti nel lancio di razzi alla moschea nella giornata di ieri 20 aprile.
La polizia israeliana aveva imposto restrizioni ai giovani palestinesi che entravano nella moschea per le preghiere dell’alba.
Nella giornata odierna, 21 aprile, si è tenuta una riunione di emergenza del Comitato ministeriale arabo per affrontare e fermare le azioni di Israele a Gerusalemme. Il Comitato ha condannato le violazioni di Israele del diritto dei fedeli di pregare ribadendo il suo rifiuto dei tentativi di Israele di cambiare lo status giuridico e storico di Al Aqsa. Ha inoltre espresso il suo sostegno alla fermezza del popolo palestinese, alla sua leadership e alle sue istituzioni nella difesa di Gerusalemme e della moschea.
Il Comitato ha sottolineato l’importanza di proteggere i luoghi santi musulmani e cristiani a Gerusalemme, ha invitato la comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza ad agire immediatamente per fermare gli attacchi. Tra i componenti del Comitato troviamo l’Algeria, l’Arabia Saudita, la Palestina, il Qatar, il Marocco, l’Egitto, la Tunisia in qualità di presidente del vertice arabo, gli Emirati Arabi Uniti in qualità di Stato membro del Consiglio di Sicurezza e il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi.