Mentre nel mondo i prezzi dei generi alimentari sono aumentati, gli agricoltori ucraini posseggono 20 milioni di tonnellate di grano che non possono raggiungere i mercati internazionali, riporta la BBC.
All’inizio di febbraio 2022, Nadiya Stetsiuk sapeva che l’anno sarebbe stato fruttuoso. L’anno precedente il tempo favorevole aveva aiutato le sue piantagioni di semi di girasole, mais e grano nella sua fattoria a Cherkasy, in Ucraina.
L’impatto che l’invasione russa ha avuto sui raccolti è stato significativo.
“Dall’invasione, non siamo più riusciti a vendere il grano. Il prezzo qui è ora la metà di quello che era prima della guerra”, dichiara ai microfoni della BBC la signora Stetsiuk “Ci potrebbe essere una crisi alimentare in Europa e nel mondo, ma è ingorgo qui perché non possiamo ottenere questo cibo fuori”.
Già prima della guerra, l’offerta alimentare mondiale era in calo. L’innalzamento delle temperature ha provocato siccità in diverse aree colpendo le coltivazioni di olio vegetale e le colture di grano in Canada e in Sud America.
Con la pandemia vi è stata anche una riduzione della manodopera. In Indonesia e in Malesia la mancanza di forza lavoro ha portato ad una riduzione dei raccolti di olio di palma, provocando aumenti dei prezzi sull’economia globale.
L’Ucraina avrebbe potuto contribuire a colmare il deficit, ma, dall’inizio della guerra, oltre 20 milioni di tonnellate di grano risultano bloccati nel paese.
Prima della guerra, il 90% delle esportazioni ucraine passava attraverso i porti del Mar Nero. Tuttavia, i porti sono stati bloccati dalle forze russe, che hanno chiuso anche l’accesso alla maggior parte delle coste ucraine.