Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard: si chiamavano così i due giovani giustiziati in Iran, a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro.
Dall’inizio delle proteste antigovernative nel Paese, si tratta delle prime due esecuzioni di manifestanti, entrambi precedentemente arrestati poiché chiedevano maggiori libertà in Iran a seguito della morte di Masha Amini.
Mohsen Shekari, 23 anni, era stato dichiarato colpevole di “guerra contro Dio”. Secondo l’accusa, da parte di un tribunale che lo aveva giudicato senza un regolare dibattito pubblico, il ragazzo avrebbe bloccato una strada di Teheran con l’intento di creare disordini e uccidere, ferendo con un’arma da taglio un agente del Basji, il corpo militare di sicurezza iraniano.
Shekari, secondo la versione degli organi di stampa ufficiali iraniani, avrebbe confessato le proprie responsabilità, permettendo alla Corte Suprema di confermare la sua condanna a morte.
Allo stesso modo, Rahnavard era stato arrestato con l’accusa di “guerra contro Dio” e di omicidio di due Basji. La Mizan, agenzia di stampa della magistratura iraniana, precisa che l’esecuzione del giovane è avvenuta in pubblico e «nel luogo in cui aveva commesso il crimine».
Analogamente al processo di Shekari, quello di Rahnavard è stato celebrato a porte chiuse, in modo tale che l’imputato non potesse avere al suo fianco un avvocato. Difatti, l’Organizzazione per i diritti Iran Human Rights ha accusato il governo di aver condotto dei processi ingiusti.
In seguito alla seconda esecuzione, l’Organizzazione ha poi ribadito il suo appello alla comunità internazionale dichiarando che: «è necessario agire in maniera urgente poiché in assenza di misure serie per dissuadere la Repubblica Islamica dall’esecuzione di altri manifestanti, dovremo affrontare crimini ancora più orribili e aspettarci l’esecuzione di massa dei prigionieri politici», aggiungendo che i condannati alla pena capitale attualmente detenuti sono almeno 28.
In risposta all’appello, l’alto rappresentate della politica estera Josep Borrell ha annunciato che: «l’Unione Europea intraprenderà qualsiasi azione possibile per sostenere le giovani donne e i manifestanti pacifici», aggiungendo che verrà approvato un nuovo pacchetto di sanzioni molto duro contro Teheran.
In seguito al Consiglio Ue Esteri sulla situazione in Iran, i ministri hanno affermato che:«L’unione Europea condanna fermamente l’uso diffuso, brutale e sproporzionato della forza da parte delle autorità iraniane contro manifestanti pacifici, che ha portato alla perdita di centinaia di vite», invitando le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla pratica di imporre condanne a morte, riporta Al-Jazeera.
Attualmente, Teheran non sembra preoccuparsi delle nuove sanzioni annunciate da Bruxelles.
Al contrario, ha dichiarato di voler sanzionare diverse personalità politiche ed entità europee. Nella lista del paese compaiono politici e militari tedeschi che hanno denunciato recentemente le azioni del regime e anche il settimanale satirico Charlie Hebdo, che nei giorni scorsi ha indetto una competizione internazionale per vignettisti chiedendo la migliore caricatura di Ali Khamenei, leader della Repubblica Islamica.