Dopo aver inizialmente sminuito l’allarme delle autorità italiane, ora molti paesi europei stanno cominciando a riconsiderare il loro approccio per quanto riguarda i viaggiatori provenienti dalla Cina prevedendo misure più stringenti per chi arriva e per chi si mette in viaggio.
A seguito dell’abbandono della politica “zero covid”, la Cina si ritrova a dover fronteggiare un’ondata di nuovi casi mai vista che secondo molti tabloid internazionali avrebbe riempito gli ospedali del paese asiatico in pochi giorni. Nonostante gli inviti della comunità internazionale a fornire numeri in tempo reale sui contagi, la Cina continua a non condividere dati esaustivi sulla situazione, che probabilmente include diversi milioni di casi attivi.
Come riporta la BBC, il meccanismo europeo per la risposta politica alle crisi (IPCR) ha consigliato a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina di indossare le mascherine e alle autorità dei paesi europei di effettuare tamponi agli arrivi, oltre che applicare una maggiore cautela per quanto riguarda la gestione delle acque reflue negli aeroporti.
Dopo l’Italia, ora anche la Francia e la Spagna effettueranno tamponi nei loro aeroporti. Tentenna ancora la Germania, che posticipa le misure più concrete limitandosi a monitorare i dati forniti da Pechino. Intanto la commissione europea e i suoi organi preposti alla gestione delle politiche sulla salute studiano le prossime mosse da consigliare ai paesi membri: fra queste la più gettonata sarebbe proprio quella di imporre tamponi negativi prima della partenza dalla Cina.
A seguito delle varie dichiarazioni dei paesi europei sulla questione, arriva la reazione piccata di Pechino, che trova ingiustificate ed eccessive le misure adottate da diversi paesi europei, promettendo ritorsioni adeguate. Nella sua risposta alle autorità cinesi, la Ue spiega che le proprie azioni sono basate su chiare evidenze scientifiche e sullo sviluppo attuale della pandemia in Cina.
La commissione europea si riunirà a metà gennaio per discutere le posizioni dei vari paesi sulla situazione, mentre molti esperti avvertono che il pericolo dell’insorgenza di nuove varianti è sempre dietro l’angolo, soprattutto a causa delle informazioni frammentarie fornite da Pechino in merito alle varianti registrate.