domenica, 24 Novembre 2024
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Il freddo delle Ande peruviane miete ogni anno migliaia di vittime

Ogni anno in Perù migliaia di persone perdono la vita a causa del freddo intenso. Il governo non ha ancora trovato una soluzione definitiva

In Perù, migliaia di persone perdono la vita ogni anno a causa del freddo intenso. Ancora nel 2023, circa 600.000 peruviani che vivono in zone a oltre 3.500 metri di altitudine lottano ogni inverno per sopravvivere al freddo gelido dell’altipiano in condizioni precarie.

Secondo quanto riportato dai dati del Ministero della Salute peruviano, solo nel 2019 sono stati registrati 389 decessi nelle zone alto andine delle province di Arequipa, Cusco e Puno a causa di malattie polmonari dovute alle gelide temperature. La maggior parte delle morti hanno riguardato la fascia giovanile sotto i cinque anni e gli anziani.

La distanza tra le grandi città del Perù e gli altri centri abitati, la dispersione di queste comunità (dove tendenzialmente non vivono più di 50 o 60 famiglie) e gli alti costi per portare materiali e specialisti in queste aree isolate hanno finora ostacolato il successo dei progetti del governo per la costruzione di abitazioni bioclimatizzate o per l’adattamento di quelle già esistenti ai freddi invernali.

Nonostante gli effetti devastanti del gelo siano noti ormai da tempo, secondo quanto riferisce El País, solo nel 2012 è stato avviato il Piano Multisettoriale contro il gelo (PMHFPlan Multisectorial ante Heladas y Friaje), con lo scopo di coordinare tutti i ministeri per mitigare il fenomeno in modo più rapido ed efficace.

Un anno dopo è stato ideato Sumaq Wasi (casa bonita, in quechua), un progetto del Ministero dell’Edilizia, delle Costruzioni e dei Servizi igienico-sanitari, che ha fornito circa 20.000 nuove case bioclimatizzate nelle aree più colpite delle Ande.

Quattro anni dopo, alla fine del 2017, è stato realizzato Mi Abrigo, un nuovo progetto del Ministero dello Sviluppo e dell’Inclusione Sociale volto al riadattamento delle abitazioni esistenti, mediante l’introduzione di ulteriori tecnologie di cattura del calore.

Secondo Jaime Núñez y Álvarez, capo dell’Unità di gestione dei progetti infrastrutturali di Foncodes, l’ente responsabile del progetto, sebbene il piano multisettoriale abbia contribuito ad affrontare il problema, i risultati sono ancora insufficienti. «In Perù sono necessarie 180.000 nuove unità abitative familiari, poiché vi è una grande quantità di alloggi ad alto rischio di crollo in caso di terremoto o con una scarsa protezione contro il freddo», ha affermato.

Dopo un decennio di tentativi ed errori, a metà 2022, il governo ha approvato un nuovo piano che mira a colmare ogni divario esistente riguardo ad abitazioni, scuole, capannoni e terreni coltivati per le aree più colpite. Il progetto prevede 31 interventi da parte di 10 ministeri, con un budget di 123 milioni di dollari destinati alle popolazioni maggiormente esposte al gelo.

Nell’ambito di questa nuova e ambiziosa strategia, il Ministero delle Infrastrutture ha annunciato di voler costruire 25.000 nuove case bioclimatizzate in un anno, ad un ritmo di 68 abitazioni al giorno.

Tuttavia, sia il Ministero che il Gruppo di sostegno al settore rurale della PUCP (Pontificia Università Cattolica del Perù), che si occupa della progettazione e della tecnologia termica, hanno confermato che il progetto è ancora in fase di sperimentazione.

Gianluigi Micelli
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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