venerdì, 22 Novembre 2024
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Il simbolismo della famiglia reale inglese

Buckingham Palace rivela il nuovo emblema della monarchia inglese. Per l’incoronazione della regina consorte, verrà riutilizzata la corona della regina Maria di Teck

La monarchia britannica ha sempre dimostrato di essere particolarmente legata al simbolismo. La regina Elisabetta II, ad esempio, utilizzava il proprio guardaroba sia come mezzo alternativo di soft diplomacy, sia come strumento d’identità. Di conseguenza, quando Buckingham Palace ha rivelato il nuovo emblema reale che entrerà in circolazione dopo la cerimonia d’incoronazione di Carlo III – prevista per il 6 maggio 2023 nell’abbazia di Westminster – non è stata una sorpresa la presenza di un velato simbolismo nel suo design.

Il nuovo emblema sancirà ufficialmente il ruolo di Carlo III e verrà utilizzato sul merchandising reale ufficiale, per tutte le comunicazioni relative all’incoronazione e in occasione di eventi chiave, quali festività nazionali o celebrazioni di piazza. Il logo è costituito da diversi motivi floreali che rappresentano rispettivamente i fiori caratteristici delle quattro nazioni che compongono il Regno Unito: la rosa inglese, il cardo scozzese, il narciso gallese e il trifoglio dell’Irlanda del Nord. I fiori, combinati tra loro, danno forma alla corona di Sant’Edoardo, con cui verrà incoronato il nuovo re. I colori rosso, bianco e blu, inoltre, sono un chiaro riferimento alla Union Jack. Secondo la CNN, Jonathan Ive, il creatore del logo, conferma che l’emblema è «ispirato dall’amore di re Carlo per il pianeta e la natura nonché dal suo profondo interesse per il mondo naturale» e che «parla dell’ottimismo primaverile e celebra questa nuova era per il Regno Unito».

Un altro evidente esempio dell’utilizzo del simbolismo da parte della famiglia reale è rappresentato dal fatto che la nuova regina consorte Camilla, sarà incoronata con la corona della regina Maria di Teck e, per omaggiare la defunta Elisabetta II, su di essa saranno incastonati i diamanti Cullinan III, IV e V, che facevano parte della collezione di gioielli personali della monarca. Non ci sarà, invece, il diamante Koh-i-Noor, oggetto, negli ultimi tempi, di una spinosa controversia politica e legale con l’India, il Paese in cui venne trovata la gemma nel XIV secolo. A seguito del trasferimento in Gran Bretagna, come regalo per la regina Vittoria, il diamante è ancora oggi considerato dall’India un “furto coloniale”. Buckingham Palace ha dichiarato, inoltre, che la scelta di riutilizzare una corona già esistente piuttosto che commissionarne una nuova, è stata fatta da Camilla «nell’interesse della sostenibilità e dell’efficienza».

Alessia Iermano
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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