È risaputo, l’arte ha un grande potere. Nel trovarci di fronte ad un’opera di un qualsiasi autore infatti molto spesso siamo portati a riflettere, a confrontarci con noi stessi.
A Brescia, per una volta, la cultura ha prevalso contro la presa di potere, contro idealismi vari ed imposizioni delle volte esagerate. L’antefatto è il seguente: un artista di trentacinque anni, nato a Shangai, conosciuto con lo pseudonimo di Badiucao e totalmente anonimo fino al 2019, è stato accolto nella cittadina di Brescia con le sue opere. L’ambasciata cinese, venuto a conoscenza della stessa, ha inviato una lettera con parole molto ferme, con la stessa richiedendone la tempestiva cancellazione.
L’artista infatti, considerato una sorta di Banksy cinese, fino a due tre anni fa era rimasto in anonimato per proteggere se stesso, per evitare contrasti con le autorità cinesi, e per continuare a diffondere la sua arte. Basta dare uno sguardo alle sue opere per capire che l’artista è un personaggio molto critico, soprattutto nei riguardi del partito comunista cinese. Le sue opere, infatti, hanno ormai da anni come tema ricorrente la difesa della democrazia e dei diritti”.
Per aggirare la censura l’artista diffonde i suoi disegni su Twitter, sostenendo che in Cina i social sono in costante monitoraggio per poter intercettare le parole che possano risultare come “sensibili”, ma in questo processo non rientrano le immagini. È proprio attraverso l’uso delle vignette che Baiducao si ripropone di raggiungere tutti i cinesi che usano Twitter e che in questo modo possono essere maggiormente informati di ciò avviene attorno a loro.
Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, che si occupano direttamente dell’organizzazione e gestione della mostra, una volta ricevuta la lettera, non hanno esitato a rispondere. Il sindaco Emilio Del Bono e la presidentessa di Brescia Musei Francesca Bazoli hanno inviato pochi giorni dopo una risposta all’ambasciata, con una seconda lettera, in cui forniscono alcune spiegazioni essenziali per giustificarne lo svolgimento e l’impossibilità alla cancellazione.
L’intento ultimo della mostra dell’artista non dovrebbe essere quello di porre in cattiva luce la nazione cinese o il popolo cinese stesso, ma è importante sottolineare l’importanza della libera espressione anche e soprattutto in un contesto di elasticità mentale e di consapevolezza della realtà circostante.
La stessa mostra si va ad inserire in una tradizione all’interno di una cittadina con grande spirito di apertura nei confronti di personaggi dissidenti, a partire dagli anni sessanta, ad esempio, con l’esperienza della Cooperativa cattolico-democratica di Cultura, che l’ha vista accogliere artisti di origine russa, polacca e di varie altre origini.
La mostra di Badiucao quindi il 12 Novembre è stata finalmente inaugurata, questo nonostante il caso diplomatico ormai di interesse nazionale e le intimidazioni pervenunte dall’amministrazione comunale di Brescia.
In questo periodo di contrasto e incertezza l’unica cosa che rimane è la cultura, e questa volta l’arte ha vinto. L’essenza del popolo italiano, in fondo, è tutta qui.