L’avvocato Veronica Undurraga ha dichiarato che il progetto preliminare per una nuova Costituzione è pronto. Undurraga è la presidente di un organo nominato dal Congresso cileno, che dal 6 marzo ha iniziato ad elaborare la bozza per una nuova Carta costituzionale.
Durante il processo di redazione il Congresso ha avuto un obiettivo comune: «redigere il miglior testo possibile pensando al futuro del Cile. Una Costituzione che non è la Costituzione sognata da nessuno di noi, ma una Costituzione sotto la quale tutti sentiamo di poter convivere e che sentiamo come nostra».
Si tratta di un tentativo di sostituire l’attuale Carta fondamentale, che ha origine nel 1980 durante la dittatura militare di Augusto Pinochet. Ha subito profonde modifiche negli anni e dal 2005 porta la firma dell’allora presidente socialista Ricardo Lagos (2000-2006).
Il progetto preliminare, che presenta 14 capitoli, 118 pagine, sarà consegnato al Consiglio costituzionale la prossima settimana, come riporta El País. Il processo di redazione è durato quasi tre mesi e si tratta di un progetto che, pur presentando alcuni cambiamenti sostanziali, segue la tradizionale costituzione cilena.
La principale modifica è che il sistema cileno sarà democratico e sociale, una lotta portata avanti dal centrosinistra e alla quale la destra si è unita. Questo è il risultato di un lavoro che, come ha dichiarato il vicepresidente della commissione di esperti Sebastián Soto, è stato condiviso da tutti, cercando di trovare strade comuni per proporre al Consiglio una Costituzione che unisca, e non divida.
Il testo costituzionale proposto contiene alcune novità nella figura del presidente della Repubblica, per cui «nell’esercizio delle sue funzioni ha una durata di quattro anni e non può essere rieletto per il periodo immediatamente successivo. Tuttavia, una persona può esercitare la carica di presidente della Repubblica solo fino a due volte».
Inoltre, c’è un nuovo meccanismo di partecipazione al processo di formazione delle leggi.
L’intervento più significativo riguarda il sistema dei partiti politici: è stata fissata una soglia del 5% dei voti validamente espressi per accedere alle elezioni della Camera dei deputati. Si tratta di un cambiamento voluto a causa della frammentazione della politica cilena, tanto che in Parlamento vi sono 21 forze.
Per la prima volta nella storia la proposta riconosce i popoli indigeni come parte della popolazione cilena, assicura la partecipazione politica alle donne e prevede la protezione dell’ambiente, la sostenibilità e lo sviluppo.
Il Consiglio costituzionale, a partire dal 7 giugno, avrà sei mesi per lavorare il testo, e il 17 dicembre si deciderà se il Cile potrà o meno sostituire la Costituzione nata durante la dittatura.