giovedì, 21 Novembre 2024
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Magistrato ordina la sospensione provvisoria di Telegram in Spagna

Mediaset España, Atresmedia e Movistar Plus+ hanno denunciato Telegram per aver caricato alcuni contenuti senza permesso

Santiago Pedraz, giudice della Audiencia Nacional, ha ordinato di bloccare provvisoriamente e in maniera cautelare l’applicazione di messagistica Telegram in Spagna. Tale misura è stata adottata a seguito di una denuncia presentata da Mediaset España, Atresmedia e Movistar Plus+ che, mesi fa, avevano denunciato Telegram per aver caricato alcuni contenuti senza permesso, come riferisce El Mundo.

Pedraz ha deciso di sospendere Telegram in seguito alla mancata risposta da parte dell’applicazione di messagistica che ha rifiutato di fornire delle informazioni che erano state richieste. Pedraz ha ritenuto questa misura necessaria poiché le autorità delle Isole Vergini non hanno collaborato «alla rogatoria inviata affinché Telegram riportasse alcuni dati tecnici che avrebbero permesso di identificare i titolari degli account utilizzati per la violazione dei diritti di proprietà intellettuale».

Inoltre, secondo DownDetector, il servizio che registra i malfunzionamenti di diverse applicazioni, a partire da mezzanotte di venerdì scorso si sono verificati problemi di connessione per accedere all’applicazione, ma anche problemi per inviare o ricevere i messaggi. Telegram è una piattaforma che conta circa 800 milioni di utenti a livello globale e in Spagna sono circa 8,5 milioni.

Non è la prima volta che Telegram è coinvolta in questioni legate al copyright. Anche in Brasile venne presa una decisione simile quando il giudice chiese i dati degli amministratori di account che condividevano contenuti neonazisti. Tuttavia, anche nel 2019 Telegram ha bloccato diversi canali che distribuivano libri e giornali piratati dopo aver collaborato con varie organizzazioni. E, nel 2020 la piattaforma è stata segnalata anche dall’Unione Europea per aver condiviso alcuni contenuti non autorizzati e per aver trasmesso alcuni film o programmi televisivi in streaming.

Inoltre, Facua, l’associazione dei consumatori, ha evidenziato i danni che il provvedimento può causare a milioni di utenti che utilizzano l’applicazione, ma anche alle aziende, alle organizzazioni e alle istituzioni pubbliche e private che legalmente diffondono contenuti attraverso i loro canali su questa piattaforma, come riporta El Periódico.

A tal proposito, Rubén Sánchez, segretario generale di Facua, ha affermato in una nota: «è come se chiudessero internet perché ci sono siti che contengono illegalmente contenuti protetti dal diritto d’autore, come se tagliassero tutto il segnale televisivo perché ci sono canali pirata».

Viviana Filardi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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