Tra Russia e Ucraina potrebbero aprirsi i negoziati per la pace, ma le due parti dovranno prima sforzarsi di riconoscere la buonafede nell’altra; così potrebbe essere riassunta la delicata situazione diplomatica. A fare da tramite per i due Paesi è Pechino, che si è sempre cautamente dichiarata neutrale dall’inizio dell’invasione, assicurandosi di non farsi terra bruciata né ad occidente, né ad oriente.
Pechino dunque si presenta agli occhi dell’Occidente come l’unico canale di comunicazione per raggiungere Mosca e come unico garante per il raggiungimento di un accordo. La Cina si è ben guardata dall’inviare armi a una delle due parti, almeno non in maniera diretta, e sarebbe anche riuscita ad aumentare il volume degli scambi commerciali con ambo i Paesi, che, come sottolinea ABC News, è un’impresa non da poco. Tutto ciò contribuisce all’immagine di una Cina foriera di pace, ideale per convincere Russia e Ucraina a sedersi allo stesso tavolo.
Così si spiega la scelta del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba di incontrare la controparte cinese a Guangzhou. L’incontro sarebbe stato positivo per entrambi i diplomatici e si sarebbero trovati d’accordo su più punti, tanto che si sarebbero intrattenuti più del previsto, riferisce la Reuters.
«Sebbene le condizioni non siano ancora mature, sosteniamo tutti gli sforzi favorevoli alla pace e siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel raggiungimento del cessate il fuoco e nella ripresa dei colloqui di pace», queste sono le parole del ministro degli Esteri cinese Wang Yi che ribadirebbero il ruolo di Pechino nel conflitto, come riportato da Al Jazeera.
Entrando nel merito delle trattative, Wang Yi avrebbe imposto due principi da seguire con fermezza: «In primo luogo nessun accordo sull’Ucraina senza l’Ucraina. In secondo luogo deve essere portato pieno rispetto per l’integrità territoriale dell’Ucraina. Se questi due principi verranno rispettati, sarà possibile qualsiasi discussione e qualsiasi soluzione».
France24 riporta inoltre come il ministro Kuleba avrebbe enfatizzato la necessità di «evitare la concorrenza tra piani di pace» e avrebbe esortato Pechino a «guardare alle relazioni con il nostro Paese attraverso il prisma delle sue relazioni strategiche con l’Europa». Inoltre il ministro ucraino si sarebbe posto come obiettivo «una pace giusta e duratura, senza il bisogno di raggiungere soluzioni temporanee», cosa sulla quale concorderebbe anche la controparte cinese.
Kiev si è detta anche volenterosa di organizzare un altro summit come quello di giungo in Svizzera, ma con la presenza di Russia e Cina. Dunque i due paesi sembrerebbero più vicini che mai all’apertura di un dialogo, complice anche la prospettiva di un possibile cambio di amministrazione negli Stati Uniti che ha indotto i diplomatici a cercare di anticipare ciò che sarà il nuovo modo di Washington di gestire il conflitto.