Al contest musicale hanno preso parte 19 Paesi europei. Lo slogan del concorso questa volta è stata la parola “immagina”, che si riferisce alla canzone della vincitrice dell’anno precedente, Valentina Tronel, con la canzone “J’imagine”.
Nonostante il format del concorso sia stato pensato come una copia del format degli adulti, quello dei più piccoli è molto diverso in quanto non vi è alcuna presenza di questioni politiche. L’Eurovision Song Contest per i bambini si svolge senza scandali dietro le quinte, tuttavia, lo spettacolo non è meno colorato e interessante rispetto al concorso dei più grandi. Infatti, i bambini sono soliti cantare canzoni molto divertenti, indossando abiti particolari e presentando un numero accompagnato da un corpo di ballo.
La maggior parte dei voti della giuria dei 19 Paesi sono stati assegnati al rappresentante della Francia Enzo con la canzone “Tic Tac” in lingua francese, che si è poi classificato al terzo posto della classifica con 187 punti. Il podio è stato completato dalla partecipante polacca Sara Egwu James che si è posizionata al secondo posto della classifica finale, totalizzando 218 punti, con la canzone “Somebody” in inglese e francese.
A rappresentare l’Italia è stata Elisabetta Lizza classificatasi al decimo posto con la canzone “Specchio (Mirror on the wall)”, una canzone piena di energia in italiano e inglese.
La dodicenne russa Tanya Mezhentseva ha occupato la settima posizione finale con la canzone “Mon ami” in russo e francese. «Sentivo molta responsabilità su di me nella finale del concorso, poiché rappresentavo il nostro grande Paese. Certo, ero preoccupata, ma ce l’abbiamo fatta. Io e la mia squadra abbiamo lavorato sodo per realizzare il mio numero», ha affermato la giovane russa al termine della gara.
Il compito principale degli organizzatori non è stato solo quello di organizzare un grande spettacolo, ma anche quello di proteggere i bambini da qualsiasi pressione. Per i giovani concorrenti è stato organizzato un programma di intrattenimento in città in modo da evitare compiti, tra i quali partecipare a conferenze stampa, tour promozionali o ulteriori eventi che avrebbero potuto metterli ancor più ansia da prestazione.