Martedì 1° febbraio, in una dichiarazione ufficiale, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’Occidente, dinnanzi alle domande di Mosca circa le garanzie di sicurezza per risolvere la crisi in Ucraina, ha dimostrato di ignorare le fondamentali preoccupazioni avanzate dal Cremlino. Durante la conferenza stampa, infatti, Putin ha evidenziato come, a seguito di una dettagliata analisi delle risposte ricevute per iscritto dagli Stati Uniti e dalla Nato, sia emerso un chiaro disinteresse rispetto alle preoccupazioni di Mosca.
Gli Stati Uniti e la Nato avevano risposto per iscritto alle necessità manifestate da Mosca durante la riunione tra i ministri Blinken e Lavrov, lo scorso 21 gennaio a Ginevra. Tuttavia, hanno rifiutato di accogliere la richiesta russa di limitare l’espansione della Nato verso Est.
Le dichiarazioni di Putin sono giunte dopo la conversazione telefonica tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il suo omologo statunitense. Blinken ha invitato Mosca ad una de-escalation immediata e al ritiro delle truppe dalla zona delle tensioni. Tensioni hanno segnato anche la prima riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si è tenuta proprio per discutere della crisi ucraina. L’incontro, tuttavia, si è concluso senza nessun accordo concreto.
Intanto, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron, lunedì 31 gennaio, nel corso di una conversazione telefonica, si sono reciprocamente impegnati a mantenere i contatti per favorire l’applicazione degli accordi di Minsk. Inoltre, fonti governative hanno confermato la prevista riunione tra i due Capi di Stato il 7 febbraio.
Martedì 1° febbraio, invece, il primo ministro britannico Boris Johnson si è recato a Kiev per mostrare il suo appoggio al governo ucraino dinnanzi alla minaccia di una invasione russa. Durante l’incontro con il presidente Volodymyr Zelensky, il premier inglese ha invitato la Russia a “ritirarsi immediatamente” giacché costituisce “una minaccia chiara e presente” e ha concluso assicurando che, nel momento stesso in cui Mosca farà una qualsiasi incursione in Ucraina, il Regno Unito applicherà automaticamente sanzioni.
Durante la conferenza stampa con il primo ministro britannico, il presidente ucraino ha comunicato di aver firmato un decreto per aumentare il numero di soldati effettivi nel suo esercito (da 100.000 fino a 350.000). Zelensky ha poi giustificato il decreto non come una misura per un’imminente guerra, bensì come un deterrente per far continuare la pace.
Infine, Putin ha accusato Washington di voler contenere Mosca e di strumentalizzare l’Ucraina per realizzare questo fine. Per quanto poi riguarda il possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, il presidente ha sostenuto che ciò minerebbe la sicurezza russa con il conseguente rischio di una guerra tra il Cremlino la Casa Bianca.