Nella notte del 24 febbraio, alle 5.30 ora di Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha avviato un’operazione militare in Ucraina, motivando l’azione con la volontà di “fermare il genocidio della popolazione di lingua russa in territorio ucraino, e fermare l’espansione della NATO a est.”
A seguito del riconoscimento delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, avvenuto il 21 febbraio, il presidente russo ha registrato un videomessaggio in cui ha espresso l’intenzione di Mosca di non occupare i territori dell’Ucraina, ma disabilitare militarmente le infrastrutture ucraine.
Vladimir Putin ha affermato che questa “speciale operazione militare” è stata decisa a seguito di una richiesta esplicita, da parte delle repubbliche popolari del Donbass, di ricevere aiuto.
In accordo con quanto riportato dal Ministero della Difesa russo, le truppe non attaccheranno i civili.
Lo scenario che si presenta nella giornata del 24 febbraio è un’Ucraina colpita a sud-est, nella parte centrale, e a Chernobyl, dove, a seguito di un combattimento, i militari russi hanno occupato la zona della centrale nucleare. Zelenskij ha confermato che Kiev ha perso il controllo sull’Isola dei Serpenti, situata nel Mar Nero.
Si contano 137 militari rimasti uccisi, e circa 316 feriti.
Come riportato dalla TASS, le prime reazioni dell’Occidente alla situazione in Ucraina sono state diverse. Il presidente degli Stati Uniti in una dichiarazione scritta ha accusato la Russia di “aver premeditato una guerra che porterà ad una catastrofica perdita di vite umane e ad una sofferenza inaudite”. Biden ha affermato inoltre che gli Stati Uniti e i loro alleati risponderanno “in maniera decisiva”.
L’agenzia Ria Novosti fornisce un quadro di alcuni provvedimenti adottati dall’Occidente a seguito dell’inizio dell’operazione militare in Ucraina. Le sanzioni americane contro il debito sovrano russo, il blocco della certificazione del gasdotto Nord Stream 2, il sabotaggio contro banche e società russe sono solo alcune delle misure che ha adottato finora l’Occidente.
Ci sono state delle reazioni anche da parte della popolazione russa. Nella sera del 24 febbraio i media hanno riportato le immagini di manifestazioni contro la guerra a San Pietroburgo e Mosca.
Intanto, l’ufficio di Zelenskij si dichiara pronto al dialogo con la Russia in un territorio neutrale. Secondo l’agenzia Ria Novosti, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, in una dichiarazione del 25 febbraio, si è detto pronto per partecipare ai negoziati non appena le forze ucraine deporranno le armi.