Mercoledì 23 marzo, in una diretta televisiva, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che l’Europa dovrà pagare le forniture di gas in rubli.
L’Europa importa all’incirca il 40% del gas naturale dalla Russia, con dei contratti stipulati in euro. Le esportazioni di gas in territorio europeo hanno portato ad entrate pari a 50 miliardi di dollari in Russia nel 2021, secondo le stime proposte da Loko Invest.
La misura è stata una conseguenza alle sanzioni imposte dall’Occidente. All’annuncio i paesi occidentali hanno risposto in modi coeso, affermando che la mossa è una “violazione dei contratti”. Robert Habeck, Ministro dell’Economia tedesco, ha affermato che l’annuncio da parte di Putin è qualcosa su cui si dovrà discutere con i partner europei.
Gli analisti vedono la mossa di Putin come una volontà di mettere pressione sull’Europa. Le sanzioni alla Banca Centrale Russa hanno congelato circa la metà delle riserve internazionali di Mosca.
Se l’ordine di Putin verrà portato avanti, l’Europa dovrà pagare centinaia di milioni di euro in rubli per pagare la fornitura di gas. Come riporta The Moscow Times, dal punto di vista di Mosca, la mossa scatenerà un afflusso di “valuta forte”, ed un afflusso di domanda per il rublo.
Tuttavia, le conseguenze che potrebbe provocare questa scelta sono notevoli. Le transazioni sarebbero più difficoltose, in quanto molte banche di stato russe, compresa la stessa Banca Centrale, sono state oggetto di sanzioni, e ciò vieta le transazioni dirette.
Il valore del rublo era sceso vertiginosamente a seguito delle sanzioni, sebbene a seguito dell’annuncio di Putin si sia registrato un aumento del 4% contro il dollaro nella borsa di Mosca.