lunedì, 25 Novembre 2024
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La Novaja Gazeta sospende le sue pubblicazioni

La Novaja Gazeta decide di sospendere le sue pubblicazioni a seguito di un altro avvertimento da parte del Roskomnadzor. La decisione, comunicata ai lettori sul sito ufficiale del quotidiano, spinge a riflettere poiché viene a seguito dell'ammonimento da parte della Corte Europea dei Diritti Umani, che aveva intimato alla Russia di non compiere atti contro il noto giornale

Sul sito del quotidiano russo lunedì 28 marzo appare una comunicazione ai lettori da parte della redazione di Novaja Gazeta. A seguito di due avvertimenti da parte del Roskomnadzor, organo federale addetto alla supervisione delle comunicazioni e dei mass media, la redazione del noto giornale ha scelto di sospendere le proprie pubblicazioni sino al termine della “operazione militare speciale” in Ucraina.

Il quotidiano indipendente afferma di aver preso questa decisione a seguito di due avvisi di azione legale dall’agenzia di censura russa.

La motivazione ufficiale degli avvertimenti riguardava l’utilizzo del termine “invasione”, piuttosto che “operazione militare speciale” nella copertura della situazione ucraina. Così si spiegherebbe l’utilizzo di questo termine nel comunicato del 28 marzo nel sito del quotidiano.

«Abbiamo ricevuto un altro avviso da parte del Roskomnadzor. Per questo motivo, sospendiamo le pubblicazioni del giornale sul sito o su carta fino al termine della “operazione militare speciale” in Ucraina».

Secondo The Moscow Times, la Russia avrebbe intensificato la repressione dei media indipendenti, tra cui Novaja Gazeta, dall’inizio dell’invasione in Ucraina.

Ai giornali sarebbe vietato pubblicare notizie che non siano approvate dal governo, e chiunque non rispetti le nuove regole potrebbe scontare una pena in carcere fino a 15 anni.

Novaja Gazeta è uno dei media indipendenti più rispettati in Russia. Inizialmente aveva scelto di proseguire le sue pubblicazioni all’interno del paese, mentre altri media erano stati costretti alla chiusura o alla sospensione delle pubblicazioni, come nel caso d Echo Moskvy e Dozhd.

Sei dei suoi redattori erano stati assassinati dopo aver riportato violazioni di diritti umani e aver denunciato la corruzione nella regione della Cecenia, nel Caucaso settentrionale.

Al momento, l’ammonimento da parte della Corte Europea dei Diritti Umani di non compiere atti contro il quotidiano sembrerebbe non essere stato rispettato.

Elena Panniello
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione (LM94)
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