Come diretta conseguenza della decisione di Putin di far pagare ai paesi “ostili” il gas in rubli a partire dal 31 marzo, molti stati occidentali stanno attuando misure per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, e tra questi non fa eccezione la Germania.
La Germania importa dalla Russia più di un terzo del suo gas, mentre l’Austria l’80%, pertanto entrambi i paesi hanno avviato una fase di “allerta precoce”, che sarebbe la prima di tre fasi di un piano nazionale progettato da tutti e due i paesi per far fronte ad eventuali carenze nell’approvvigionamento energetico, il cui gradino finale prevede l’effettivo razionamento del gas.
Habeck ha infatti affermato che «bisogna aumentare le misure precauzionali per essere preparati a un’escalation da parte della Russia», e che è stata già convocata un’unità di crisi pronta ad agire concretamente in caso di fornitura insufficiente.
Secondo il ministro Habeck la Germania dovrà raggiungere la piena indipendenza energetica dalla Russia, ma si stima che questo non sarà possibile fino alla prima metà del 2024.
In altri paesi europei dipendenti dal gas russo, come l’Italia o la Grecia, si attenderà di vedere se la principale società russa Gazprom attuerà delle modifiche contrattuali nei confronti delle società locali, prima di avviare qualsiasi stato d’allerta per il razionamento del gas.
Mentre la Polonia e la Francia non prevedono attualmente di mettere in atto misure di limitazione nei consumi, la Bulgaria, che importa circa il 90% del proprio gas dalla Russia, si sta preparando a delle potenziali interruzioni nella fornitura con una gara d’appalto per incrementare il numero di società locali che possano raddoppiare la capacità di stoccaggio di gas del paese, garantendo la propria sicurezza energetica a lungo termine.
Ad ogni modo, attualmente la Germania non ha carenza di gas grazie alle riserve di cui dispone, ma la situazione verrà monitorata quotidianamente, e come affermato da Habeck, «Ogni kilowattora conta».