Il sovrano belga è arrivato a Kinshasa martedì 7 giugno per la sua prima visita ufficiale nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), in un contesto di lavoro di commemorazione e riconciliazione tra il Belgio e la sua ex colonia. Il sovrano, la moglie Mathilde e la delegazione governativa sono stati accolti dal presidente congolese Felix Tshisekedi e dalla moglie Denise.
Questa visita reale – la prima dopo quella nel 2010 di Alberto II, padre di Filippo – è in previsione da giugno 2020 ma è stata più volte rimandata a causa del Covid-19 prima, e della guerra tra Russia e Ucraina poi.
Durante il soggiorno il re affronterà tutta una serie di temi importanti in termini di cooperazione allo sviluppo, ma anche in termini di restituzione del patrimonio, depredati durante il periodo coloniale.
Il sovrano è stato accompagnato anche dal ministro belga incaricato della restituzione del patrimonio artistico e culturale congolese: lo scorso febbraio, il governo di Bruxelles ha inviato alla Repubblica democratica del Congo un inventario delle opere d’arte che probabilmente le saranno restituite a breve. Si tratta di quasi 40.000 oggetti che potrebbero tornare in Congo a seconda dell’andamento delle indagini sulla loro provenienza e delle condizioni in cui sono stati acquisiti dal Belgio.
Si tratta di un viaggio con un forte significato simbolico, due anni dopo che il Re, in occasione del 60° anniversario dell’indipendenza dell’ex Congo belga, espresse in una lettera a Félix Tshisekedi il suo “più profondo rammarico” per le “ferite” della colonizzazione.