I ricercatori sono riusciti a diversificare 13 tipi di plastica, il più comune è stato il polietilene tereftalato (PET), ritrovato nel 79% dei campioni.
Si presume che queste microplastiche vengano trasportare dal vento, secondo quanto riporta il ricercatore Alex Aves. Tuttavia questi materiali potrebbe provenire da più di 6.000 km di distanza.
Questo è il primo caso che riporta la presenza di microplastiche nella neve fresca, anche se in passato erano state rinvenute microplastiche nel ghiaccio marino antartico e nell’acqua di superficie. Purtroppo le microplastiche si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo, trasportate attraverso polveri, vento e correnti oceaniche. Infatti nel 2020 alcuni ricercatori hanno trovato microplastiche perfino nelle profondità dell’oceano, e sulla cima del Monte Everest.
Questa scoperta è davvero preoccupante e allarmante in quanto l’inquinamento potrebbe avere effetti sia locali che molto più ampi. Laura Revell professoressa dell’Università di Canterbury spiega che le microplastiche potrebbero contenere sostanze nocive attaccate alla loro superficie: metalli pesanti e alghe, questo farebbe entrare specie nocive in alcune aree remote e sensibili.
Secondo quanto riportano gli esperti anche gli esseri umani potrebbero inalare o ingerire microplastiche attraverso aria, acqua o cibo. Uno studio condotto nel 2020 dall’Università di Hull ha rilevato che le microplastiche potrebbero causare potenziali effetti dannosi alla salute umana: morte cellulare o reazioni allergiche.
Le microplastiche potrebbero, inoltre, anche aumentare l’impatto del riscaldamento globale, come riporta la Bbc, per alcuni scienziati, oltre a inquinare, le microplastiche di colore scuro depositate in Antartide possono peggiorare lo scioglimento dei ghiacci, assorbendo la luce solare e aumentando il riscaldamento locale.
I nevai, le calotte di ghiaccio e i ghiacciai di tutto il mondo si stanno già sciogliendo rapidamente, questi possono riflettere parte della luce solare, purtroppo però la presenza di particelle inquinanti come il black carbon, ritrovate nei ghiacciai, accelerano allo scioglimento dei ghiacciai. Il rapido scioglimento dei ghiacciai sulle catene montuose di diverse parti del mondo sta diventando sempre più un pericolo, causando frane e valanghe e provocando lo scoppio dei laghi glaciali. Il rapido assottigliamento dei ghiacciai rappresenta una minaccia per l’approvvigionamento idrico e l’agricoltura.