La 27esima Conferenza sul clima, con sede in Egitto dal 6 al 18 novembre, ha ospitato per la prima volta nella storia un padiglione “Mediterraneo”. Lo scopo fondamentale è di evidenziare le molteplici sfide climatiche che la regione deve affrontare.
Il padiglione, luogo di dibattito e di ricerca di soluzioni innovative, ha visto come protagonisti attori pubblici e privati (accademici, tecnici, politici, economisti e attivisti) provenienti dal bacino del Mediterraneo, uniti dall’esperienza comune nel campo dell’economia green e della transizione energetica.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al supporto del Segretariato dell’Unione per il Mediterraneo, organizzazione intergovernativa con sede a Barcellona costituita da 43 Paesi dell’Europa, del Nord Africa e del Medio Oriente. Inoltre, la presenza di un consiglio scientifico ad hoc ha dato maggior credibilità all’iniziativa stessa.
Sotto il patrocinio del programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, i partecipanti al padiglione hanno sottolineato le peculiarità dei problemi climatici del bacino del Mediterraneo. L’aumento delle temperature, la minaccia alla biodiversità, i numerosi eventi metereologici eccezionali come la siccità hanno ripercussioni drammatiche sulle condizioni di vita della popolazione locale.
Si stima infatti che la catastrofe climatica, da qui al 2050, sarà la prima causa di migrazione nella regione. In primis per un problema di sicurezza alimentare e di mancato accesso ai beni di prima necessità e, in secundis, per l’insostenibilità delle temperature elevate in alcune aree del Mediterraneo.
Secondo l’ultimo report sul clima dell’IPCC – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – il Mediterraneo è la seconda regione del pianeta le cui temperature aumentano più velocemente (+20%). La calda estate dei Paesi dell’Europa meridionale ne è un esempio. Tuttavia, le aree più sottoposte al cambiamento climatico si trovano nella sponda sud del Mediterraneo, dove le disuguaglianze socio-economiche sono largamente diffuse.
Non è un caso, dunque, che la COP27 in Egitto abbia ospitato il padiglione “Mediterraneo”. La COP27, definita anche “la COP africana” per via del sito della Conferenza e dell’importante ruolo assunto dai Paesi africani, ha messo in luce come la lotta al cambiamento climatico debba essere una priorità globale, altrimenti le conseguenze saranno devastanti per tutti.