Cuba e gli Stati Uniti si stanno avviando verso un nuovo riavvicinamento, ma l’esito è ancora incerto.
Dopo due anni alla Casa Bianca, l’amministrazione Biden si appresta a gettare le basi per un rapporto più pragmatico con L’Avana, con dialoghi tra i due governi e il ridimensionamento delle misure draconiane decretate dal suo predecessore, Donald Trump.
L’ultimo di questi colloqui si è tenuto alcuni giorni fa a L’Avana e ha visto la partecipazione di funzionari di alto livello del Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, la Guardia Costiera e le autorità dell’FBI, insieme alle loro controparti cubane.
Lo scopo era quello di valutare la possibilità di un’eventuale collaborazione nella lotta congiunta contro il terrorismo, il traffico di droga, la criminalità organizzata e il transito di migranti, oltre ad altri temi.
Secondo quanto riporta EL PAÍS, sembra dunque sopraggiungere un nuovo momento di leggero “disgelo”, con alcuni segnali che mostrano la possibilità di un rapporto bilaterale civile e gesti di normalizzazione che il governo cubano considera positivi, anche se insufficienti.
Negli ultimi mesi si sono tenuti anche colloqui sulle questioni migratorie, con risultati concreti. La sede del consolato statunitense a L’Avana, che Trump aveva chiuso, è stata riaperta e Washington tornerà a concedere un minimo di 20.000 visti per immigrati all’anno
L’ultimo anno fiscale conta 224.000 cubani entrati irregolarmente negli Stati Uniti attraverso il confine con il Messico e più di 6.000 clandestini sono stati intercettati in mare dalle navi della Guardia Costiera statunitense. Lo scorso settembre, si è tenuta a L’Avana una “riunione tecnica” tra le truppe di frontiera cubane e la Guardia Costiera statunitense, per aumentare la cooperazione bilaterale nella lotta all’immigrazione irregolare.
Come riferisce il quotidiano spagnolo, secondo quanto afferma William LeoGrande, autore di Back Channel to Cuba, tra le misure più importanti annunciate finora dall’amministrazione Biden c’è la normalizzazione dell’immigrazione, che permette ai cubani di avere un modo sicuro e legale per entrare negli Stati Uniti, invece di rischiare la vita in mare o di pagare migliaia di dollari ai trafficanti per essere portati alla frontiera meridionale degli Stati Uniti.
«Due sole mosse da parte di ciascun governo consentirebbero di ridefinire le relazioni bilaterali in modo sostanziale. Per quanto riguarda L’Avana, il governo dovrebbe rilasciare i prigionieri politici e garantire gli investimenti stranieri nel settore privato cubano. Da parte di Biden, la sua amministrazione dovrebbe rimuovere Cuba dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo e autorizzare gli investimenti diretti nel settore privato cubano. Queste misure non risolverebbero tutti i problemi tra i due Paesi, ma rappresenterebbero una vittoria per i diritti umani, ridefinirebbero lo scenario politico e riporterebbero sulla buona strada le relazioni economiche tra i due Paesi», sostiene Ricardo Herrero, direttore esecutivo del Cuba Study Group.