martedì, 16 Aprile 2024
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Afghanistan: le donne di Kabul senza volto

I diritti delle donne afghane vengono calpestati dal divieto all'istruzione ai volti censurati delle vetrine dei negozi

Il governo Talebano, insediato il 15 agosto in Afghanistan, nell’arco di un anno ha compromesso i diritti fondamentali dell’uomo che invece di essere tutelati sembrano non trovare spazio nella società afghana. La decisione da parte del governo di smantellare le istituzioni impedisce la tutela e la protezione dei diritti umani, della libertà di espressione e del diritto all’equo processo. Nel mese di dicembre il governo di Kabul aveva vietato temporaneamente l’accesso alla scuola secondaria per le donne, creando già una serie di problemi per quanto riguarda il diritto all’istruzione. Ora la decisione del governo è nei confronti dell’istruzione superiore vietando l’acceso all’Università a tutte le donne afghane, togliendo loro la possibilità di avere un lavoro. La società afghana non rimane indifferente davanti ai provvedimenti del governo talebano. Sono mesi di agitazione nella capitale dell’Afghanistan dove le donne scendono in piazza per manifestare pacificamente per la rivendicazione dei loro diritti, ma le loro voci non vengono ascoltate e le manifestazioni si concludono in maniera turbolenta. Secondo Amnesty, migliaia di persone sono state arrestate, torturate, rapite e uccise. Il regime afghano per motivare gli arresti e la soppressione delle manifestazioni, dichiara di aver vietato l’università e l’accesso alle istituzioni per «il mancato rispetto delle regole di abbigliamento», secondo quanto riportato da euronews. Per le donne nella società afghana sembra non esserci posto, perché il diritto all’istruzione non è la sola cosa di cui vengono private. La limitazione dei loro diritti è presente anche nella decisione del governo di rimuovere le immagini femminili dai cartelloni pubblicitari e dalle vetrine della capitale. I volti censurati e incappucciati delle vetrine sembrano voler far dimenticare i volti delle donne allontanandole dagli occhi del pubblico. Vetrine contenenti manichini senza volto non sono piacevoli da guardare, creando malinconia anche nello stato d’animo dei passanti. I negozianti nell’allestimento delle loro stesse vetrine riscontrano delle difficoltà, ma pur di non piegarsi alle volontà del regime trovano delle soluzioni adeguate, cosicché, se i passanti non possono vedere la bellezza della donna, possano almeno immaginarla. Nella strada commerciale borghese, nella parte settentrionale di Kabul, Lycee Maryam Street, le teste dei manichini vengono ricoperte con colori accattivanti grazie a tessuti, stoffe e copricapi. Fogli di alluminio e sacchi fatti degli stessi materiali degli abiti tradizionali rendono vive le vetrine della strada, cercando di camuffare una realtà fin troppo triste.
Giulia De Franco
Studentessa Investigazione, Criminalità e sicurezza Internazionale
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