Lo scorso 19 marzo l’Iraq e l’Iran hanno firmato un accordo sulla sicurezza delle frontiere. Secondo quanto affermato dai funzionari iracheni, l’intesa mira principalmente a rafforzare la frontiera con la regione curda dell’Iraq. L’Iran, infatti, ritiene che i gruppi armati curdi mettano a repentaglio la sicurezza del Paese.
L’accordo di sicurezza prevede il coordinamento per «proteggere i confini comuni tra i due Paesi e consolidare la cooperazione in diversi settori della sicurezza», si legge in un comunicato dell’ufficio del primo ministro iracheno.
Il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano Ali Shamkhani ha firmato l’accordo con il consigliere per la sicurezza nazionale iracheno Qasim al-Araji, alla presenza del primo ministro dell’Iraq, Mohammed al-Sudani.
Shamkhani ha affermato che l’accordo «può porre fine alle azioni violente di questi gruppi in modo definitivo», secondo quanto riportato da Al Jazeera.
«In base all’accordo di sicurezza, l’Iraq si impegna a impedire ai gruppi armati di utilizzare il suo territorio nella regione curda irachena per lanciare attacchi attraverso il confine con il vicino Iran», ha dichiarato un funzionario della sicurezza irachena, secondo quanto riportato da Reuters.
Uno dei più cruenti episodi di scontro risale allo scorso anno, quando le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno lanciato attacchi utilizzando missili e droni contro i gruppi curdi iraniani con sede nel nord dell’Iraq. L’accusa era di fomentare le proteste scatenate dalla morte di Masha Amini, donna curda iraniana, mentre era tenuta in custodia dalla polizia.
Dopo l’accaduto, l’Iraq ha annunciato l’impegno ad aumentare i controlli al confine tra l’Iraq curdo e l’Iran, mossa accolta con favore da Teheran.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, parlando a Teheran, ha dichiarato che «il viaggio di Shamkhani in Iraq è stato pianificato da quattro mesi ed è incentrato su questioni relative ai gruppi armati nel nord dell’Iraq». «La Repubblica islamica dell’Iran non accetterà in alcun modo minacce provenienti dai territori iracheni», ha aggiunto.
L’Iran ha anche accusato i militanti curdi di collaborare con Israele e ha spesso espresso preoccupazione per la presunta presenza dell’agenzia di spionaggio israeliana Mossad nella regione autonoma curda irachena.
Lo scorso anno, il Ministero dell’Intelligence iraniano ha dichiarato che una squadra di sabotatori, arrestata dalle sue forze di sicurezza, era composta da militanti curdi che lavoravano per Israele. Secondo le autorità dell’Iran il gruppo avrebbe progettato l’ attacco di un centro “sensibile” dell’industria della difesa nella città di Esfahan.