Lo scorso 21 marzo le autorità saudite hanno rilasciato Saad Ibrahim Almadi, cittadino statunitense incarcerato a causa di tweet critici nei confronti del governo di Riyadh e del principe ereditario Mohammad bin Salman Al Sa’ud.
Saad Almadi, in possesso anche della cittadinanza saudita, viveva in Florida quando è stato arrestato dai funzionari dell’aeroporto di Riyadh nel novembre 2021. In seguito è stato condannato a 16 anni di carcere per reati tra cui “sostegno a persone con ideologia terroristica”, ha dichiarato il figlio, Ibrahim Almadi. Il mese scorso una corte d’appello aveva poi aumentato la pena a 19 anni.
Le accuse contro Saad, tutte ritirate come parte del suo rilascio, riguardavano alcuni tweet pubblicati mentre era negli Stati Uniti, che erano caratterizzati da un tono critico nei confronti del governo dell’Arabia Saudita e del principe ereditario.
«Tutte le accuse sono state ritirate, ma ora dobbiamo combattere il divieto di viaggio», ha dichiarato Ibrahim. Ha raccontato di aver parlato brevemente al telefono con suo padre dopo il rilascio. Saad avrebbe perso 80 chili dopo 16 mesi di carcere, dove non avrebbe ricevuto le cure mediche di cui necessitava.
Questo caso, insieme a quelli di altri cittadini statunitensi che rimangono in Arabia Saudita con divieto di viaggio, ha aggravato le relazioni tra i due tradizionali alleati.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato di aver sollevato la questione di Saad Almadi durante gli incontri con il re Salman e il principe ereditario Mohammed bin Salman, in occasione della sua visita in Arabia Saudita a luglio. Inoltre, negli ultimi tempi entrambe le parti hanno lavorato per migliorare i rapporti.
Abdullah Alaoudh, direttore della Freedom Initiative, ha dichiarato che il rilascio di Almadi dimostra che la pressione degli Stati Uniti è stata efficace.
«Ci sono troppe persone detenute in Arabia Saudita che non hanno i vantaggi della cittadinanza statunitense per attirare l’attenzione sul loro caso», ha dichiarato Alaoudh, secondo quanto riportato da Al Jazeera.
«Il rilascio di Almadi dimostra che le pressioni strategiche funzionano e le autorità statunitensi dovrebbero continuare a impegnarsi per il rilascio dei prigionieri e la revoca dei divieti di viaggio», ha poi aggiunto.
I funzionari sauditi non hanno commentato pubblicamente il rilascio di Almadi. Ugualmente il Dipartimento di Stato non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento nelle ore successive alla scarcerazione, secondo quando riportato dal The Washington Post.