Benjamin Netanyahu ha annunciato, nella serata dello scorso lunedì, il congelamento temporaneo della proposta che modificherebbe la composizione del Comitato per le nomine giudiziarie. Inoltre ha dichiarato la volontà di instaurare un «dialogo concreto» sulle riforme giudiziarie del governo.
La dichiarazione è arrivata dopo ore di negoziati, mentre il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir minacciava di lasciare il governo se la legislazione non fosse stata portata a termine nei tempi previsti. Netanyahu ha ottenuto l’approvazione di Ben-Gvir dopo aver promesso che il gabinetto, nella prossima riunione, avrebbe approvato il trasferimento della Guardia nazionale al ministero di Ben-Gvir.
«La riforma passerà», ha scritto su Twitter il ministro della Sicurezza nazionale lo scorso 28 marzo. «La Guardia nazionale sarà istituita. Il budget che ho richiesto per il Ministero sarà approvato nella sua interezza». Nei giorni precedenti Ben-Gvir avrebbe minacciato di lasciare il governo se Netanyahu avesse deciso di congelare la legislazione fino a dopo la pausa della Knesset tra il 2 e il 30 aprile.
Netanyahu ha affermato che il suo governo porterà avanti una riforma che «restituirà l’equilibrio che è stato perso tra i rami [del governo], salvaguardando e persino rafforzando i diritti individuali».
Ha poi aggiunto che il Paese si trova su un «sentiero pericoloso» e che non permetterà l’esplodere di una guerra civile.
«Fermare la legislazione è la cosa giusta», ha dichiarato il presidente Isaac Herzog dopo l’annuncio del Primo Ministro. «Questo è il momento di iniziare una conversazione onesta, seria e responsabile che calmerà rapidamente [le tensioni]».
«Per il bene della nostra unità e per il futuro dei nostri figli, dobbiamo iniziare a parlare qui e ora», ha scritto Herzog, secondo quanto riportato dal The Jerusalem Post.
Netanyahu è giunto a questa decisione dopo numerose tensioni, infatti lunedì pomeriggio il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha chiamato i suoi sostenitori all’azione. «Amici, in nessun caso dobbiamo fermare la riforma giudiziaria [che] rafforzerà la democrazia israeliana. Siamo la maggioranza, non dobbiamo cedere alla violenza, all’anarchia e agli scioperi selvaggi. Facciamo sentire la nostra voce». Concludendo: «Incontriamoci stasera alle 18, a Gerusalemme, davanti alla Knesset. Io sarò lì. Non possiamo permettere che rubino la nostra voce e la nostra nazione».
Il Partito Sionista Religioso, di cui Smotrich è membro, ha affermato: «Dopo un lungo dibattito, la nostra posizione è che non dobbiamo fermare la legislazione in alcun modo. Siamo stati disposti a parlare, a trovare un compromesso e un accordo per tutto il tempo, ma non sotto la minaccia di una rivoluzione nella democrazia israeliana».