Lo scorso mercoledì, la presidenza svedese ha annunciato le date delle prossime elezioni europee previste tra il 6 e il 9 giugno 2024. Le elezioni, a scadenza quinquennale, decideranno chi occuperà i 705 seggi del Parlamento europeo e avvierà il rinnovo dei vertici delle principali istituzioni europee, tra cui la Commissione, il braccio esecutivo dell’UE. Il Parlamento europeo spera di ripetere il successo delle ultime elezioni tenutesi nel 2019, che avevano registrato un’affluenza generale pari al 50,6%. La Spagna, con il 60,7%, era stata tra i paesi con la più alta affluenza alle urne.
Il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha incoraggiato gli oltre 400 milioni di cittadini aventi diritto al voto di recarsi alle urne il prossimo anno per eleggere i propri rappresentanti a Bruxelles e Strasburgo. In un video messaggio pubblicato su Twitter ha dichiarato: «È giunto il momento di riformare, di cambiare, di continuare ad ascoltare e dare risultati. La democrazia nell’UE è oggi più importante che mai. Il vostro voto è importante, deciderà la direzione che prenderà l’UE e che tipo di Europa vedrete.»
I diversi gruppi politici si stanno mobilitando in vista di questa data cruciale. In particolar modo, il Partito Popolare Europeo (PPE), nel tentativo di mantenere lo status di partito di maggioranza, si è recentemente avvicinato ai partiti di destra radicale di diversi paesi, come riporta El País. Un esempio è l’incontro avvenuto lo scorso gennaio tra Manfred Weber, presidente del PPE e Giorgia Meloni, leader del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei. Attualmente, sia Metsola sia Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, fanno parte del PPE.
Tra i principali punti di discussione delle prossime elezioni ci saranno la guerra in Ucraina, la crisi del costo della vita, l’approvvigionamento energetico, il cambiamento climatico e la migrazione. Durante il dibattito verrà considerato anche il Qatargate, lo scandalo giudiziario che ha coinvolto il Parlamento Europeo e il Qatar. Secondo un’indagine della magistratura di Bruxelles, alcuni membri del PE hanno ricevuto in passato grosse quantità di denaro per influenzare le decisioni dello stesso parlamento in favore del Qatar e, probabilmente, anche del Marocco.