Lo scorso 9-10 settembre, durante il G20 2023 a Nuova Dehli, la premier Giorgia Meloni ha tenuto un incontro bilaterale con il capo del governo cinese Li Qiang. Durante la riunione, Meloni ha ufficialmente comunicato la decisione di non rinnovare il Memorandum d’Intesa tra Cina e Italia, originariamente firmato nel 2019 dall’ex premier Giuseppe Conte. La notizia è stata riportata sia dal Corriere della Sera che dal China Daily. Tuttavia, è importante notare che questa svolta italiana è stata accompagnata da un accordo bilaterale che mira a rafforzare le relazioni tra Roma e Pechino.
Il Memorandum d’Intesa del 2019 ha visto l’Italia entrare come partner nel progetto di Xi Jinping noto come Belt and Road Initiative (BRI) o Nuova Via della Seta. Questo ambizioso progetto, lanciato nel 2013 dal Presidente cinese, mira a ricostruire l’antica Via della Seta attraverso la cooperazione di 65 paesi. Questi paesi, aderendo al progetto, si impegnano nella creazione di infrastrutture e reti di trasporti per lo sviluppo del commercio tra la Cina e l’Eurasia.
La decisione del governo Conte di aderire all’iniziativa cinese aveva già suscitato critiche, sia all’interno della politica italiana che a livello internazionale. Nel 2019, The Guardian riportava l’avvertimento da parte degli Stati Uniti all’Italia di “non legittimare il progetto di vanità infrastrutturale cinese” e l’apprensione di Bruxelles riguardo alle possibili reazioni degli altri Stati membri. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva criticato questa scelta, definendola “scellerata” in un’intervista al Corriere della Sera a luglio di quest’anno, secondo quanto riportato dalla BBC.
L’intenzione di Giorgia Meloni di non rinnovare l’accordo quando scadrà nel 2024, era stata resa nota già a maggio, con la richiesta di un colloquio tra Roma e Pechino durante il Forum di Nuova Dehli. Inoltre, nei giorni precedenti al G20, il tema era stato discusso durante l’incontro tra la premier italiana e il presidente americano Joe Biden a Washington. Il China Daily aveva criticato la pressione degli Stati Uniti, accusandoli di aver contribuito “all’atteggiamento di inacidimento dell’Italia verso la BRI”. Tuttavia, durante una conferenza stampa riportata dal sito del Governo il 27 luglio, la premier italiana aveva smentito quest’accusa, sottolineando che l’Italia non subiva alcuna pressione esterna nel prendere decisioni.
Il China Daily non ha commentato ufficialmente la decisione finale dell’Italia, ma ha enfatizzato l’accordo tra i due capi di governo per intensificare il dialogo e la cooperazione, il che sembra aver soddisfatto sia Pechino che Roma.