lunedì, 29 Aprile 2024
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Guyana, Brasile e Argentina: i protagonisti del boom petrolifero latinoamericano

La Guyana potrebbe diventare un paese ricco poiché possiede un grande potenziale, così come il Brasile, che ha superato il Messico, raggiungendo i 2,2 milioni di barili nel 2022, e infine l'Argentina che deve la sua produzione al gigantesco giacimento Vaca Muerta

Nonostante il mondo stia attraversando una grave crisi del cambiamento climatico, la produzione globale di petrolio aumenterà nel corso di questo decennio.

Secondo l’AIE (Agenzia internazionale dell’energia), la produzione petrolifera mondiale aumenterà di 5,8 milioni di barili al giorno entro il 2028 e circa un quarto di tale offerta aggiuntiva sarà latinoamericana, secondo quanto riporta la BBC.

Paesi come il Venezuela, il Messico, l’Ecuador e la Colombia, diminuiranno la loro offerta di greggio sul mercato internazionale nei prossimi cinque anni e esperti come Francisco Monaldi, direttore del Programma Latinoamericano di Energia dell’Istituto Baker dell’Università Rice, non crede che possano invertire il loro declino.

La Guyana invece, uno dei paesi più piccoli e poveri del Sud America, potrebbe diventare il paese che produce più barili al mondo, superando il Kuwait, secondo Monaldi.

Ciò risulterebbe possibile grazie al gigante petrolifero americano ExxonMobil che ha scoperto la prima delle riserve comprovate di greggio, stimate in circa 11 miliardi di barili, nelle profondità dell’Oceano Atlantico.

Con queste quantità, si ritiene che entro il 2028 la Guyana potrebbe produrre 1,2 milioni di barili al giorno. Un risultato che porterebbe la Guyana ad essere un paese ricco, per via di uno spettacolare aumento del PIL.

Insieme alla Guyana, anche il Brasile sarà uno dei principali protagonisti del boom petrolifero latinoamericano.

Il Brasile estrae il petrolio da uno dei più grandi giacimenti petroliferi marini del mondo. Nel 2022 ha raggiunto i 2,2 milioni di barili, così da diventare l’ottavo produttore mondiale. Ha superato il Messico, che nel 2017 ne deteneva il primato, così come ha superato il Venezuela, che per anni è stata l’avanguardia petrolifera della regione.

La crescita di questi paesi non poggia solo sulla quantità di produzione, ma sia il Brasile che la Guyana producono il greggio in modo più efficiente e redditizio rispetto ad altri paesi. Inoltre, entrambi i paesi emettono meno CO2 per barile prodotto rispetto alla media mondiale, secondo Monaldi.

In terzo luogo c’è l’Argentina, la quale negli ultimi anni ha subito un incremento della produzione petrolifera. Al centro di questo sviluppo c’è Vaca Muerta, un gigantesco giacimento situato nel nord-ovest del paese con la seconda più grande risorsa mondiale di gas di scisto e i quarti di petrolio di scisto.

L’AIE prevede che la produzione supererà i 700.000 barili al giorno quest’anno e alcune stime indicano che potrebbe superare il milione di barili al giorno entro la fine di questo decennio, secondo la società di consulenza Rystad Energy.

Tuttavia, dopo il 2030, le proiezioni indicano un calo perché si prevede che la produzione di petrolio convenzionale continuerà a diminuire e quella di scisto non sarà sufficiente a compensare tale calo.

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