lunedì, 29 Aprile 2024
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Khaled Al Qaisi: detenuto senza accuse in Israele

Lo studente italo-palestinese è stato arrestato dalle autorità israeliane settimane fa senza accuse.

Lo scorso 31 agosto Khaled Al Qaisi, studente, ricercatore e traduttore italo-palestinese, è stato arrestato al confine tra Cisgiordania e Giordania dalla polizia di frontiera israeliana ed è tutt’ora detenuto senza ancora conoscere i capi d’accusa.

Al Qaisi, di ritorno da una vacanza a Betlemme con la moglie e il figlio di quattro anni, è stato fermato al valico di frontiera di Allenby per un controllo. All’improvviso, è stato ammanettato e portato via. Francesca Antinucci, moglie di Khaled, ha raccontato, in un’intervista riportata da Il Fatto Quotidiano, dei numerosi controlli di tutti i loro effetti personali, telefoni e documenti; delle domande sulla vita privata e lavorativa dei due coniugi e dell’arresto del marito avvenuto senza alcuna spiegazione.

Ad oggi, Khaled Al Qaisi non ha ancora potuto parlare con il suo avvocato e non conosce le motivazioni della sua detenzione. Per questo motivo, la moglie Francesca e la madre del ragazzo, Lucia Marchetti, dopo una prima udienza risalente al 21 settembre, hanno diffuso un comunicato, pubblicato da Il Manifesto, in cui ne chiedono la scarcerazione: «Vista la perdurante e allarmante situazione detentiva di Khaled e del mancato rispetto dei suoi diritti, facciamo nuovamente appello per la sua immediata liberazione».

Tuttavia, seguendo quanto riportato da La Repubblica, secondo la moglie Francesca e l’avvocato Flavio Albertini Rossi, le motivazioni dell’arresto potrebbero essere di tipo politico. Di fatti Al Qaisi, insieme alla moglie ed altri amici, ha fondato nel 2016 il Centro di Documentazione Palestinese, un’associazione culturale il cui obiettivo è diffondere la memoria e raccontare le realtà palestinesi martoriate da 75 anni di conflitti con Israele.

Nel frattempo, grande solidarietà si è mossa nei confronti del ragazzo da parte dei colleghi dell’università La Sapienza di Roma, con la creazione del comitato #freekhaled. Tuttavia, per l’avvocato Albertini Rossi e Amnesty International è doveroso denunciare la violazione dei diritti umani che Khaled sta subendo ed è anche necessario fare pressione sulle autorità italiane affinché intervengano al più presto sulla liberazione dello studente e traduttore italo-palestinese.  

Amnesty, inoltre, aggiunge che l’arresto di Al Qaisi è “l’ennesimo esempio dell’uso spregiudicato della detenzione arbitraria da parte delle autorità israeliane”. Secondo l’ultimo report dell’organizzazione internazionale per i diritti umani, sono “oltre 5000 i palestinesi detenuti in Isreale, tra i quali almeno 1260 senza accuse né processo”. Al momento, la famiglia e gli amici di Khaled attendono novità sulle condizioni dello studente, ma per ora nessuna notizia è trapelata dal governo Israeliano e nessuna risposta è stata data dalla Farnesina.

Lisia Petrini
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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