giovedì, 21 Novembre 2024
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Musk lancia “Telepathy”, un chip nel cervello umano

Eseguito l’innesto del chip al primo volontario. Musk: «risultati promettenti»

È stato impiantato dalla Neuralink il primo chip in un cervello umano. «I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dell’attività neuronale». Queste le parole dell’imprenditore miliardario, che lunedì 29 gennaio ha scritto su X il primo aggiornamento dopo l’intervento chirurgico a un volontario. Secondo il Guardian, Musk aveva ricevuto a settembre il via libera da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense alla sperimentazione sugli esseri umani del chip da impiantare nel cervello.

L’obiettivo ultimo, allo stato attuale, è quello di connettere il cervello al computer per permettere alle persone affette da malattie neurologiche importanti, con paralisi agli arti, di utilizzare dispositivi esterni. Questo avverrebbe grazie al riconoscimento da parte del chip dell’attività neuronale, e quindi delle intenzioni di movimento degli arti.

«Il chip permetterà di controllare il proprio smartphone, il computer e, attraverso questi, un qualsiasi altro dispositivo, semplicemente con il pensiero». «I primi utenti a beneficiarne saranno coloro che hanno perso l’uso delle gambe». Per questo motivo la decisione di chiamare il nuovo prodotto “Telepathy” (Telepatia).

Tuttavia, quella di Musk non è un’assoluta novità. Memorabile, infatti, è il traguardo raggiunto dall’École Polytechnique Fédérale in Lausanne (EPFL), l’università e istituto di ricerca svizzero che ha permesso a un paralitico di camminare con la forza del pensiero, grazie a degli impianti elettrici innestati in cervello e spina dorsale capaci di comunicare in modalità wireless i pensieri a gambe e piedi. Questo quanto riportato dalla BBC, che ha intervistato la Neuralink, l’azienda fondata da Musk, specializzata nello sviluppo di interfacce cervello-computer. Secondo quanto affermato da quest’ultima, l’impianto è il frutto di sei anni di test effettuati su un robot, al quale sono stati impiantati 64 fili flessibili, più sottili di un capello, in una parte del cervello che controlla le intenzioni di movimento. Questi fili permettono all’impianto, che si ricarica in modalità wireless attraverso una batteria, di registrare e trasmettere i segnali cerebrali a un’applicazione, la quale decodifica come la persona intende muoversi.

Secondo Anne Vanhoestenberghe, professoressa di dispositivi medici impiantabili attivi al King’s College di Londra, «sono molte le aziende che lavorano a prodotti interessanti» ma «solo alcune hanno impiantato i loro dispositivi in esseri umani; perciò, la Neuralink si è unita a un gruppo piuttosto piccolo». Tuttavia, prosegue, «il vero successo a mio parere dovrebbe essere valutato nel lungo termine, sulla stabilità dell’interfaccia nel tempo e sul reale beneficio dei partecipanti».

Critiche arrivano anche dallo stesso Guardian, secondo cui Musk avrebbe un passato di promesse audaci ma alcuni problemi nel mantenerle. L’esempio fornito ai lettori risale a una predizione di Musk del 2016, secondo il quale entro i due anni successivi una Tesla sarebbe stata in grado di guidare in autonomia da New York a Los Angeles. Inoltre, nel 2017 l’imprenditore aveva affermato che il primo prodotto della Neurolink sarebbe stato in vendita sul mercato entro i quattro anni successivi. Così non è stato, ma il fatto che il primo intervento sia stato già realizzato rappresenta per molti studiosi una “pietra miliare” nel raggiungimento di un grande obiettivo.

Laura Vargiu
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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