sabato, 23 Novembre 2024
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La morte di Navalny: il mistero si infittisce

La salma di Alexei Navalny rimarrà alle autorità russe per due settimane in vista di “analisi chimiche”. La moglie: «è stato avvelenato»

Secondo quanto affermato dalla BBC, il Cremlino starebbe svolgendo un’indagine sulla morte del principale oppositore di Putin, avvenuta lo scorso 16 febbraio nella prigione in cui era detenuto.

Questa è una delle motivazioni che non ha permesso alla moglie, Yulia Navalnaya, di riavere indietro la salma del marito. Il periodo di tempo richiesto dalle “analisi chimiche” che il governo russo afferma di stare portando avanti sul copro di Navalny è pari a due settimane.

Tuttavia, Yulia Navalnaya afferma con certezza in un video che Vladimir Putin è il responsabile della morte di Navalny, e che il Cremlino sta prendendo tempo affinché le tracce del Novichok spariscano completamente dal suo corpo. «Stanno nascondendo il suo corpo, senza mostrarlo né consegnarlo alla madre, e stanno mentendo. Attendono che le ultime tracce del Novichok, con cui Putin lo ha avvelenato, spariscano». Queste le sue parole, riportate dalla BBC. Lyudmila Navalnaya, la madre di Alexei, si era in effetti recata nella prigione in cui il figlio era detenuto, a nord del Circolo Polare Artico, senza però riuscire a vederlo. Come riporta il Guardian, le autorità le avevano fornito delle informazioni contraddittorie riguardo il luogo in cui si trovava la salma, dirigendola all’obitorio di Salekhard, una città vicino al complesso carcerario, che al suo arrivo era chiuso.

Inoltre, un impiegato ha affermato che la salma del principale oppositore di Putin non è mai arrivata in obitorio, nonostante alcune presunte testimonianze sostenessero il contrario, aggiungendo che il corpo presentava tracce di lividi dovute al tentativo di effettuare un massaggio cardiaco.

«Ci stanno facendo girare in tondo per coprire le tracce» sostiene il portavoce di Navalny, Kira Yarmysh.

Il Cremlino afferma che la causa ufficiale della morte dell’attivista è legata a un problema cardiaco presentatosi improvvisamente durante una passeggiata nel cortile del carcere. Tuttavia, secondo le autorità russe il decesso sarebbe avvenuto nel primo pomeriggio, mentre lo stesso Navalny aveva affermato che l’unica “ora d’aria” prevista era all’alba, con -40°C.

«Siamo sconvolti dalla morte di Navalny. Avevamo ripetutamente sollecitato la Russia affinché garantisse la sua sicurezza e il suo benessere. Ci siamo sempre opposti alle ingiustificate e illegittime misure disciplinari adottate, così come alle forme di tortura fisica e psicologica da parte delle autorità carcerarie. Navalny è stato lentamente assassinato dal presidente Putin e dal suo regime, che teme più di ogni altra cosa il dissenso da parte del suo popolo. Esigiamo chiarezza. La Russia deve rilasciare immediatamente tutti gli altri prigionieri politici». Questo è quanto affermato in una dichiarazione congiunta della Commissione Europea da Ursula von der Leyen e dal Vicepresidente Borrel.

Laura Vargiu
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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