giovedì, 21 Novembre 2024
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Elezioni in India: Narendra Modi punta a un terzo mandato

Dal 19 aprile al 1° giugno si celebreranno le elezioni parlamentari in India: il BJP di Modi e la coalizione di opposizione INDIA si scontrano nell’arena elettorale per determinare il futuro del Paese

L’India, con oltre un miliardo di abitanti, non è solo il Paese più popoloso al mondo, ma è anche quello con le elezioni più lunghe: dal 19 aprile al 1° giugno nel subcontinente indiano aprono i seggi per le elezioni alla Lok Sabha, la Camera bassa del Parlamento. Oltre un milione di seggi elettorali sono stati allestiti in tutto lo Stato per consentire ai numerosi elettori di votare, riporta il Time.

Queste elezioni, suddivise in sette fasi e scaglionate nell’arco di oltre un mese, determineranno una questione fondamentale per l’India: il BJP con il suo leader Narendra Modi, Primo ministro indiano dal 2014, sarà riconfermato il partito principale del Paese, oppure lascerà spazio all’opposizione, principalmente rappresentata dal Congresso nazionale indiano?

Nonostante l’opposizione si sia riunita nel luglio del 2023 sotto un unico ombrello e un unico nome, Alleanza Inclusiva per lo Sviluppo Nazionale Indiano (INDIA), questa non sembra sufficientemente salda per sconfiggere il partito attualmente maggioritario. L’individuazione di un “nemico” comune, il Bharatiya Janata Party (BJP), infatti, non è in grado di nascondere l’eterogeneità degli oltre 40 partiti della coalizione e i rispettivi interessi, soprattutto a livello regionale, dove si contendono i seggi. Questo è quanto riportato da France 24.

Nel frattempo, il partito di Modi starebbe esercitando una pressione politica ed economica su partiti e personalità di opposizione, scrive France 24, avviando azioni finalizzate a danneggiarli dal punto di vista reputazionale o a privarli delle risorse economiche necessarie per mandare avanti la loro campagna elettorale. A febbraio, il Governo era stato accusato di aver ordinato il congelamento dei conti bancari del principale partito di opposizione, il Congresso, mentre a metà del mese di marzo il Ministro capo di Delhi Arvind Kejriwal, uno dei principali detrattori di Modi, è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio di denaro. Si tratta di “armi” politiche non estranee all’India, ma come afferma Adam Ziegfeld, specialista delle elezioni in India alla Temple University di Filadelfia, «ad essere preoccupante è che il potere vi abbia fatto ricorso proprio prima delle elezioni».

Attualmente, l’economia indiana è tra quelle in più rapida crescita nel mondo, riporta il Time. Tuttavia, a preoccupare l’opinione pubblica internazionale, e non solo, sono le aspirazioni nazionaliste indù del partito BJP e del suo leader. Narendra Modi, infatti, si è fatto portavoce dell’ideologia politica dell’Hindutva, secondo la quale l’India dovrebbe essere una terra per gli Indù, i quali costituiscono ora l’80% della popolazione del Paese, riporta la CNN. Una retorica di questo taglio ha condotto verso azioni concrete e sempre più audaci ai danni delle minoranze religiose presenti sul territorio, ultima delle quali l’inaugurazione del tempio indù di Ram, costruito dove un tempo sorgeva la moschea di Ayodhya, distrutta nel 1992 da estremisti indù.

Intanto Modi prosegue la sua campagna elettorale investendo milioni di dollari per ottenere maggiore visibilità: 9.4 milioni in elicotteri e aerei nell’anno fiscale 2022/23, 16.16 milioni in pubblicità su Google durante l’anno in corso e 103 milioni in annunci e pubblicità nell’ultimo anno fiscale, secondo quanto riportato da Reuters.

Anna Valle
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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