L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) svolge un ruolo centrale nel coordinamento della risposta globale alle emergenze sanitarie, fornendo assistenza ai Paesi più poveri e stabilendo linee guida per diverse condizioni di salute. Durante la pandemia da Covid-19, il suo operato è stato al centro dell’attenzione internazionale, ma negli ultimi anni ha dovuto affrontare numerose critiche e contestazioni politiche.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente firmato un ordine esecutivo per ritirare il Paese dall’agenzia. Questa decisione non è stata improvvisa: già durante la pandemia, Trump aveva espresso l’intenzione di interrompere i rapporti con l’organizzazione, accusandola di una gestione inefficace della crisi sanitaria; di non aver adottato le riforme necessarie e di imporre contributi economici sproporzionati rispetto ad altri Paesi membri. Tuttavia, secondo la costituzione dell’OMS, un Paese può uscire dall’organizzazione solo dopo un preavviso di un anno e il pagamento di tutte le quote arretrate. La procedura di ritiro degli Stati Uniti era stata annullata durante la presidenza di Joe Biden, ma la recente rielezione di Trump ha riacceso il dibattito sul ruolo e sull’efficacia dell’OMS.
Le critiche all’OMS non si limitano agli Stati Uniti. Anche il presidente argentino Javier Milei ha espresso posizioni scettiche nei confronti dell’organizzazione, in particolare per le misure adottate durante la pandemia. Milei ha più volte criticato l’imposizione dei lockdown e l’isolamento sociale promosso dall’OMS, definendoli strumenti dannosi per le economie nazionali. In un comunicato ufficiale, ripreso dal quotidiano spagnolo El País, il presidente argentino ha dichiarato: «la comunità internazionale deve rivedere lo scopo degli organismi sovranazionali, finanziati da tutti, che non rispondono agli obiettivi per cui sono stati creati, si dedicano a fare politica internazionale e pretendono di imporsi sui Paesi membri».
In Italia, la questione ha suscitato reazioni contrastanti. Il senatore della Lega Claudio Borghi Aquilini ha affermato: «siamo certi che le ragioni di uscire da questa inutile e costosissima nave che affonda siano ben chiare a tutto il Parlamento a cui chiedo uno sforzo di celerità per evitare che noi, che per primi abbiamo avuto l’idea giusta di abbandonare l’OMS, finiamo poi con l’essere gli ultimi». Tuttavia, all’interno della maggioranza di governo, non tutti gli alleati si sono mostrati solidali con questa proposta. Come riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, alcuni esponenti politici hanno sottolineato la necessità di una riforma dell’OMS piuttosto che di un’uscita immediata.
Il dibattito sull’efficacia e sul futuro dell’OMS rimane aperto, con posizioni divergenti tra chi ne chiede una radicale riforma e chi propende per un distacco definitivo.